Per decenni, il termine petrostato è stato sinonimo di potenze economiche fondate sul petrolio. Arabia Saudita, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iran hanno costruito ricchezza e influenza grazie agli idrocarburi. Ma l’accelerazione della transizione elettrica sta ridefinendo gli equilibri globali, portando alla nascita dei cosiddetti elettrostati, cioè paesi capaci di sostituire i combustibili fossili con soluzioni alimentate da energia elettrica.
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), l’elettrificazione è “una delle strategie più importanti per ridurre le emissioni di carbonio derivanti dall’energia”. E il leader indiscusso di questa corsa è la Cina, in netto vantaggio su Europa e Stati Uniti.
La Cina corre più veloce di tutti
Uno studio recente indica che il tasso di elettrificazione cinese ha raggiunto il 30%, contro il 22% circa dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, fermi da anni. Il parametro misura la quota di elettricità nei consumi finali di energia rispetto alle fonti fossili.
Gli Stati Uniti mantengono la leadership nell’elettrificazione degli edifici, ma Pechino ha colmato il divario nell’industria e ha superato USA ed Europa nei trasporti. Nel 2024, quasi metà (47,9%) delle auto vendute in Cina erano elettriche, contro il 23% scarso in Europa. Un salto dovuto anche all’impressionante rete ferroviaria ad alta velocità, oggi lunga 45.000 chilometri e destinata a toccare i 60.000 chilometri entro il 2030 (cinque volte la dimensione di quella europea).
Quando Xi Jinping è salito al potere nel 2012, la Cina era già la seconda economia mondiale ma restava pesantemente dipendente dalle importazioni di petrolio e carbone. Questa vulnerabilità energetica, aggravata dalle tensioni geopolitiche, spinse Pechino a puntare con decisione sull’elettrificazione e sul controllo delle materie prime strategiche.
Oggi la Cina guida la Quarta Rivoluzione Industriale, investendo in energie rinnovabili, intelligenza artificiale, robotica e Internet delle Cose. Le tecnologie pulite stanno alimentando la sua crescita economica, con le rinnovabili che nel 2024 hanno generato il 10% del PIL e un quarto dell’espansione economica nazionale.
Una corsa contro il tempo per il clima
Oltre alla sicurezza energetica e alla crescita, l’elettrificazione è considerata essenziale per contrastare il cambiamento climatico. Per la Cina, il tema è particolarmente urgente dal momento che il paese è il principale emettitore di gas serra al mondo e il settore energetico ha toccato livelli record di emissioni a causa dell’aumento del consumo di carbone.
Pechino ha dichiarato che ridurrà gradualmente l’uso di carbone tra il 2026 e il 2030, con un picco previsto nel 2025. Vanno invece in direzione diversa i piani di costruire nuove centrali a carbone fino al 2030, sollevando alcuni dubbi sulla reale volontà di accelerare la transizione.
Ad ogni modo, è abbastanza chiaro a tutti che la Cina è ormai sulla buona strada per essere consacrato come il primo elettrostato del mondo.
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