Caos dazi e dumping: l’Europa corre ai ripari sull’acciaio

La Commissione Europea ha deciso di stringere ulteriormente le quote all’importazione di acciaio, nel tentativo di proteggere il mercato interno da un possibile dumping. A scatenare il timore di un’invasione di acciaio a basso costo è stata la decisione del presidente statunitense Donald Trump di introdurre dazi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti, in vigore dai primi di marzo. Con gli USA meno attraenti per i produttori extraeuropei, c’è il rischio concreto che enormi flussi di acciaio si riversino sul Vecchio Continente. Di fronte a questo scenario, Bruxelles ha presentato un documento strategico intitolato “European Steel and Metals Action Plan” che delinea un pacchetto di misure volte a tutelare la filiera industriale europea. Oltre le quote, un piano a lungo termine Il piano d’azione della Commissione prevede non solo il rafforzamento delle misure di salvaguardia attualmente in vigore, ma anche una strategia per il futuro. Entro il terzo trimestre del 2025, si punta a sostituire le attuali misure di protezione con un sistema più stabile e duraturo. Per le ferroleghe, le nuove misure dovranno essere operative entro il 18 novembre 2025. Oltre alle limitazioni alle importazioni, la Commissione intende garantire un adeguato approvvigionamento di rottami metallici, fondamentali per un’industria dell’acciaio più sostenibile. Entro il terzo trimestre, sono previste nuove norme commerciali per assicurare la disponibilità di questi materiali riciclati. Il rischio di “carbon leakage” e la risposta del CBAM Nel mirino della Commissione c’è anche il fenomeno del carbon leakage, ovvero lo spostamento della produzione verso paesi con normative ambientali meno severe. L’attuale Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM) copre i beni importati, ma non protegge adeguatamente le esportazioni europee verso paesi terzi. Per questo, entro il quarto trimestre, verrà pubblicata un’analisi approfondita su come estendere il CBAM ad alcuni prodotti a valle ad alta intensità di acciaio e alluminio, insieme a nuove misure anti-elusione. Un’ulteriore iniziativa attesa per il secondo trimestre mira a proteggere le esportazioni UE, evitando che produttori extraeuropei "rimescolino" le produzioni a seconda del mercato, o che si ricorra a trucchi di contabilità ambientale (greenwashing). L’acciaio europeo tra dazi e transizione verde Le misure europee hanno ricevuto l’approvazione dell’Associazione Europea dei Produttori di Acciaio (Eurofer), che ha però ribadito come l’alto costo dell’energia rimanga una delle principali minacce per la competitività dell’industria siderurgica continentale. I prezzi elevati dell’energia colpiscono non solo la produzione di acciaio e metalli, ma mettono a rischio l’intera catena del valore industriale europea. A preoccupare, infatti, sono i recenti aumenti dei prezzi del gas naturale in Europa. Con le forniture russe ancora ridotte e le scorte europee ferme al 34%, molto lontane dall’obiettivo del 90% entro novembre, l’Europa si prepara a un inverno critico, con ricadute dirette sui costi produttivi dell’industria metallurgica. Il quadro è complesso: da un lato, l’Europa cerca di difendersi da una concorrenza internazionale sempre più aggressiva, dall’altro deve affrontare il peso di una transizione ecologica che, senza adeguati strumenti di compensazione, rischia di penalizzare proprio i produttori più virtuosi. METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED