I prezzi del petrolio aumentano a causa del rischio di nuove sanzioni contro la Russia

I prezzi del petrolio stanno recuperando dai minimi delle ultime 16 settimane, con il WTI in rialzo a 62,2 dollari e il Brent a 65,7 dollari.

I mercati sentono aria di rialzi in attesa di sanzioni più severe contro il greggio russo, nonostante la cautela per l’aumento dell’offerta OPEC+ e i deboli segnali economici statunitensi abbiano limitato il rialzo.

Come detto, un fattore chiave della ripresa dei prezzi è l’intensificazione della pressione da parte dei paesi del G7 affinché inaspriscano le sanzioni contro la Russia e il suo petrolio, colpendo quelle entità che continuano ad acquistare o agevolare le importazioni greggio.

A contrastare qualsiasi slancio al rialzo, persistono le aspettative che l’OPEC+ approvi un sostanziale aumento della produzione a novembre, con ipotesi che potrebbero arrivare fino a 500.000 barili al giorno. L’Arabia Saudita, in particolare, starebbe cercando di riaffermare la propria quota di mercato.

Questa potenziale crescita dell’offerta incombe in un contesto di segnali di indebolimento della domanda, soprattutto negli Stati Uniti, e di persistenti timori sulle prospettive macroeconomiche.

Le prospettive petrolifere a breve termine dipendono quindi dalle sanzioni contro la Russia. L’impatto di nuove restrizioni potrebbe inasprire gli equilibri commerciali, soprattutto se la capacità della Russia di trasportare petrolio dovesse essere compromessa. La flotta ombra di petroliere utilizzata per aggirare le sanzioni rimane sotto pressione e un’ulteriore applicazione delle stesse potrebbe mettere a dura prova le esportazioni russe.

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I prezzi del petrolio aumentano a causa del rischio di nuove sanzioni contro la Russia was last modified: Ottobre 2nd, 2025 by Redazione