Argento a 50 dollari: il mercato di Londra nel caos come nel 1980

Il mercato londinese dell’argento è entrato in una fase di estrema turbolenza, con i prezzi schizzati oltre i 50 dollari l’oncia, un livello raggiunto solo un’altra volta nella storia, ai tempi del celebre tentativo dei fratelli Hunt di conquistare il mercato nel 1980. La fiammata ha mandato in tilt i meccanismi di liquidità della City, lasciando gli operatori a corto di metallo fisico e costretti a pagare costi di finanziamento stellari per mantenere aperte le loro posizioni. Un mercato senza liquidità Negli ultimi giorni, la differenza tra i prezzi di Londra e quelli di New York ha raggiunto livelli mai visti. Gli operatori raccontano di un mercato praticamente paralizzato, in cui chi è corto su argento fisico fatica a trovarne e deve accettare premi esorbitanti. Le tensioni sono tali che alcune società di trading hanno prenotato spazi nelle stive dei voli transatlantici per trasportare lingotti d’argento, una soluzione solitamente riservata all’oro, al fine di sfruttare l’enorme differenziale di prezzo. Sebbene non ci sia un “nuovo fratello Hunt” all’orizzonte, gli esperti concordano nel dire che la dinamica odierna presenta analogie impressionanti con quella del 1980, in alcuni aspetti persino più estreme. Allora, le autorità di mercato misero un freno al rally imponendo limiti alle posizioni speculative. Oggi, invece, non esiste una via d’uscita così semplice. Le cause: deficit e domanda indiana Alla base del rally c’è un mix esplosivo: la corsa verso i metalli preziosi come rifugio contro il debito e la svalutazione monetaria, l’aumento improvviso della domanda indiana e la scarsità crescente di scorte a Londra. Le riserve di argento custodite nei caveau londinesi si sono ridotte di un terzo dal 2021, con il “free float”, cioè il metallo effettivamente disponibile per la negoziazione, sceso a circa 200 milioni di once, un calo del 75% rispetto ai picchi del 2019. Parallelamente, la produzione mineraria non riesce più a soddisfare la domanda crescente, alimentata anche dal settore fotovoltaico. Durante la recente Golden Week, molti compratori indiani hanno spostato gli acquisti da Hong Kong a Londra, aggravando ulteriormente la tensione. Un ETF indiano ha persino sospeso temporaneamente le nuove sottoscrizioni, segnalando una carenza domestica di metallo. Il prezzo fissato durante l’asta londinese dell’argento, appuntamento quotidiano attivo dal 1897, ha superato per la prima volta la soglia dei 50 dollari l’oncia. Il premio rispetto ai futures di New York ha toccato i 3 dollari, un livello visto solo durante la crisi del 1980. L’argento vola (letteralmente) verso Londra Per alleviare la stretta, molti operatori stanno cercando di spostare argento fisico da New York e dalla Cina verso Londra. Secondo un dirigente del settore logistico, si starebbero trasferendo tra 15 e 30 milioni di once solo dagli Stati Uniti, in quello che rappresenta il più grande flusso di metallo fisico verso la City degli ultimi anni. Tuttavia, il processo non è privo di ostacoli visti i ritardi doganali legati allo shutdown del governo americano e i timori di nuovi dazi statunitensi sull’argento che complicherebbero la logistica. Gli analisti ritengono che la situazione potrebbe stabilizzarsi solo se nuovi flussi di metallo arriveranno a Londra o se gli investitori negli ETF decideranno di vendere. Come sottolineano gli analisti di Morgan Stanley, “prezzi così alti finiscono spesso per correggere da soli gli squilibri di mercato”. METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED