Il boom dei prezzi del gas è pericoloso. Presto i consumatori lo capiranno…

La situazione energetica europea è preoccupante. I prezzi del gas naturale stanno diventando proibitivi mentre l’Europa è senza gas.

Il mercato del gas naturale sta diventando incandescente. Qualcosa che non si vedeva da anni.

Nel giro di un anno, siamo passati dalle abbondanti forniture a basso costo alla preoccupazione che ci saranno carenze se l’inverno sarà troppo freddo. Non che la cosa non fosse prevedibile, infatti la mancanza di trivellazioni, il sotto-investimento in nuove fonti di approvvigionamento e la riallocazione di capitale verso le energie rinnovabili sono note da tempo.

I consumatori sanno quanto costa l’enegia verde? Quest’inverno lo scopriranno…

Certo è che, recentemente, si sono aggiunti anche altri fattori come l’inversione dell’approvvigionamento energetico, visibile soprattutto in Europa. Il passaggio all’energia eolica e solare nel perseguimento degli obiettivi di Parigi non è stato e non sarà gratis.

In Europa e nel Regno Unito le tariffe dei servizi energetici sono molto più alte che negli Stati Uniti, dove sono a circa 0,13 dollari per KWH. In Germania, per esempio, sono di 0,37 dollari per KWH, mentre in Italia di 0,26 dollari per KWH (fonte: Statista)

La strategia energetica europea è stata messa alle corde poiché nei mesi estivi ha soffiato meno vento del previsto e il poco gas a disposizione ha dovuto riempire queste carenze. Non solo… anche i prezzi dei crediti di CO2, di cui i produttori di elettricità hanno bisogno per bruciare combustibili fossili, sono a livelli record mentre da anni noi europei abbiamo disincentivato la produzione di gas attraverso le tasse sulla CO2.

Insomma, l’attuale crisi energetica dell’Europa (ma il peggio potrebbe essere ancora da venire), è una specie di harakiri, una ferita autoinflitta. La decisione di chiudere il più grande giacimento di gas dell’Europa, quello di Groningen (Olanda), ha contribuito significativamente a portarci al punto in cui siamo. D’altronde Groningen è stato per decenni l’ingranaggio centrale per il gas dell’Europa nord-occidentale. Inoltre, è possibile notare come le importazioni europee hanno registrano un aumento a partire dal 2014, per continuare a crescere.

Il problema è ancora più grande di quello che potrebbe sembrare e investe anche la produzione di fertilizzanti, un tema poco di moda nel dibattito sui cambiamenti climatici, ma di grande importanza.

Forse non tutti sanno che… il gas serve per la produzione di fertilizzanti!

Il gas viene utilizzato per produrre ammoniaca che a sua volta viene utilizzata per produrre fertilizzanti a base di nitrati. Coltivare richiede fertilizzante e non esiste una soluzione alternativa a questo processo secolare noto come processo Haber-Bosc, che rimuove l’idrogeno dal metano, il componente principale del gas naturale. Non è certo possibile ottenere ammoniaca da un parco eolico! Quindi, senza gas naturale non è possibile ottenere fertilizzanti.

La scorsa settimana, due fabbriche di fertilizzanti nel Regno Unito hanno chiuso a causa dei prezzi troppo alti del gas. Questa settimana ha fatto la stessa fine una fabbrica austriaca. Senza contare l’effetto a catena sui prezzi dei fertilizzanti. Qualcuno riesce ad immaginare come potrebbero crescere i prezzi del cibo se quelli dei fertilizzanti volano alle stelle?

Quindi, se mettete insieme tutte queste considerazioni e aggiungete le previsioni di un inverno freddo in Europa, potete finalmente capire il perché gli esperti siano tanto preoccupati.

I prezzi del gas naturale aumenteranno ancora e nessuno ha la certezza che la domanda in Europa potrà essere soddisfatta. Di certo, accendere la luce o scaldare costerà un’occhio della testa. L’Europa ha voluto l’energia verde a tutti i costi e subito, pavoneggiandosi davanti al resto del mondo? Adesso, è arrivato il momento di pagare il conto perché l’energia verde è anche questo: averne quando non serve e non averne quando arriva il freddo!

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