Vivere a Valencia: i 9 pro e i 9 contro

Sole, spiagge e feste tutto l’anno. Sono questi i motivi per cui molti italiani vogliono vivere a Valencia? Ecco pregi e difetti della città della paella.

La Spagna è da tempo una delle mete preferite dai turisti di tutta Europa. Inoltre, ha attirato molti pensionati ed espatriati che l’hanno scelta come residenza abituale, soprattutto per ragioni climatiche. Isole Canarie e Costa del Sol sono diventate quasi delle colonie inglesi e tedesche, con Tenerife, Malaga e anche Alicante in cima alle preferenze.

Ma esiste una città che, per tutta una serie di motivi, piace molto agli italiani, che la considerano un posto ideale per vivere. Si tratta di Valencia, la terza città della Spagna per numero di abitanti e anch’essa affacciata sulla costa mediterranea.

Soprattutto negli ultimi anni, Valencia ha conquistato il cuore di molti italiani (un po’ di tutte le età) che, dopo averla visitata come turisti, la eleggono come residenza definitiva. Sarà per il clima, sarà per la buona qualità di vita rispetto a quella di molte città in Italia, di fatto, Valencia riflette il gusto di molti italiani.

Tuttavia, come in ogni altro posto del mondo, ci sono cose piacevoli ed altre meno, spesso a seconda degli occhi di chi le guarda. Come ben conosce ogni espatriato di lungo corso, il luogo perfetto per vivere dipende molto da noi stessi, dalle nostre aspettative, dalle nostre condizioni anagrafiche, sociali ed economiche. Insomma, siamo noi che scegliamo se è più importante la bottiglia mezza piena o la bottiglia mezza vuota.

Ecco perché Valencia è così bella…

  • Clima mediterraneo. Con una temperatura media annuale di 17,8 °C e valori medi che oscillano dagli 11,5 °C di gennaio ai 25,5 °C di agosto, il clima è decisamente migliore rispetto alla maggior parte delle città europee.
  • Mare. In questo tratto della costa mediterranea, ci sono chilometri di spiagge facilmente accessibili e ideali per godersi il mare. Il centro della città dista circa 5 chilometri dalla enorme e spettacolare spiaggia della Malvarosa, molto amata dai valenciani.
  • Basso costo della vita. Mediamente, i prezzi sono più bassi che in Italia. Anche se non vanno prese come riferimento città come Roma o Milano (piuttosto il paragone è con Palermo), abitazioni, trasporti e cibo costano meno che in Italia o in altre città spagnole. Fanno eccezione le bolletta elettriche, tra le più care d’Europa.
  • Gente aperta e ospitale. I valenciani e, in genere, gli spagnoli sono socievoli e aperti, rendendo facile integrarsi anche per chi arriva da un altro paese.
  • Trasporti che funzionano. A differenza di altri servizi pubblici, metro, bus e treni funzionano. Inoltre, le strade che collegano Valencia con l’esterno sono poco trafficate, ben tenute e le autostrade sono gratuite.
  • Dentro l’Europa. Può sembrare scontato, ma la possibilità di muoversi, abitare e lavorare senza la necessità di visti o autorizzazioni non è una cosa da poco conto.
  • Immersa nel verde. La città è circondata da mare, campagne e colline, mentre uno splendido parco da 110 ettari, Jardí del Turia, la attraversa fino quasi al mare.
  • La sanità funziona. Anche se non è ai livelli nord europei, la sanità spagnola è abbastanza buona. I livelli dei servizio sono paragonabili a quelli del Nord Italia.
  • È facile imparare la lingua. Per noi italiani è un ostacolo in meno per l’integrazione. Parliamo del castigliano (la lingua ufficiale spagnola) e non del valenciano, parlata da molti ma più complicata da imparare.

Ecco perché è così brutta…

  • Umidità. In molte città di mare l’umidità è un problema, ma a Valencia è un grosso problema. Infatti, sopratutto in inverno, le temperature percepite diventano molto più basse di quelle che segna il termometro. Aggiungeteci che moltissime abitazioni, oltre a non essere isolate e costruite malissimo, non hanno il riscaldamento.
  • Stipendi bassi. Rispetto all’Italia, gli stipendi sono mediamente dal 10 al 20 percento più bassi. In genere, anche i ritmi di lavoro sono più rilassati.
  • Poco lavoro per le professioni più qualificate. Valencia non è certo la destinazione preferita dai cervelli in fuga. Non per nulla, l’economia della zona è trainata dal turismo e dall’agricoltura. Tanta richiesta stagionale di camerieri, cuochi e pizzaioli, ma pochissima per professioni high level skills.
  • Burocrazia e servizi pubblici da paese latino. Anche in Spagna, gli uffici pubblici non brillano in efficienza. Oltre al problema della corruzione, la macchina pubblica sembra fatta per ostacolare i cittadini, anziché aiutarli. Chi arriva dall’Italia non trova però differenze significative.
  • Più che una città, un paese. Valencia non è lontanamente paragonabile a città come Madrid o Barcellona. Pur con circa 800.000 abitanti, assomiglia più ad un paese che non ad una città. Per esempio, la vita culturale cittadina è abbastanza deludente.
  • Basso senso civico. Come in altri paesi latini, il senso civico non esiste. Parcheggiare in doppia fila, saltare le code, urlare e sporcare nei locali pubblici, imbrattare le strade con i detriti dei cani (qualche volta anche degli umani), è la normalità.
  • Le Fallas. Per i valenciani si tratta della festa delle feste. Venti giorni (ma i preparativi durano tutto un anno) di paella, birra, musica, petardi (ma sarebbe meglio chiamarli bombe) e sfilate carnevalesche. Moltissime strade in quasi tutta la città vengono chiuse al traffico e la confusione e il rumore complicano molto la vita dei residenti.
  • Gli italiani godono di una bassa reputazione. Purtroppo, nel migliore dei casi, passiamo per essere poco affidabili, nel peggiore, per essere imbroglioni.
  • Scarso igiene. Gli spagnoli del sud non danno grande importanza all’igiene, anche quello personale. Quasi impossibile trovare abitazioni con il bidè e i ristoranti e i locali pubblici hanno standard igienici molto, molto bassi. Gli scarafaggi, o cucarachas come li chiamano gli spagnoli, nelle abitazioni non sono un’eccezione.

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