C’è un vincitore nella crisi petrolifera dei droni

Gli scenari che si aprono dopo l’attacco dei droni alle raffinerie saudite sembrano assai negativi per la maggior parte dei paesi del mondo. Ma esiste un’eccezione…

Gli attacchi dei droni alle più importanti infrastrutture petrolifere dell’Arabia Saudita, il più grande produttore dell’OPEC, potrebbe portare consistenti vantaggi al Brasile. Infatti, il paese sudamericano non fa parte dell’OPEC e, quindi, non è coinvolto nei tagli di produzione decisi dal cartello del petrolio.

Insomma, il Brasile sembra proprio destinato a incrementare la sua produzione di petrolio, sfruttando ancora meglio le proprie enormi riserve.

Se fino ad una settimana fa nessun analista riteneva possibile uno scenario simile, i nuovi rischi per la sicurezza in Medio Oriente potrebbero spingere gli investitori e gli acquirenti di petrolio a rivolgersi a nazioni produttrici di petrolio lontane dalle tensioni nel Golfo Persico.

Cresce l’interesse per il petrolio brasiliano

Negli ultimi due mesi il Brasile ha già aumentato la sua produzione di petrolio. Il paese è destinato a diventare, quest’anno e il prossimo, il secondo maggiore contributore alla crescita delle forniture di petrolio non OPEC (dopo gli Stati Uniti).

Secondo gli analisti, la crisi petrolifera innescata dagli attacchi in Arabia Saudita potrebbe stimolare un maggiore interesse per le aste petrolifere che si terranno nei prossimi mesi in del Brasile.

Il rischio degli scioperi

Ma esiste anche un rovescio della medaglia. Il picco del prezzo del petrolio rischia di esercitare un’ulteriore pressione inflazionistica sui paesi dell’America Latina. Per Petrobas, l’azienda petrolifera statale, si porrà il problema di come e quanto aumentare i prezzi alla pompa per i consumatori brasiliani. L’aumento dei prezzi potrebbe innescare un altro sciopero dei camionisti che paralizzerebbe il paese.

Fatto salvo questi problemi, la crisi petrolifera in corso potrebbe essere benefica per il Brasile. Infatti, le compagnie petrolifere preferiranno accedere alla produzione di petrolio lontano dalle tensioni.

Secondo quanto riportato dalla McKinsey & Company, le forniture di petrolio del Brasile potrebbero potenzialmente crescere del 70%, fino a 4,4 milioni di barili al giorno nel 2035.

Certamente, queste prospettive positive dipenderanno fortemente dalla capacità del paese di avviare nuove esplorazioni e sviluppare nuovi giacimenti. Per arrivare a ciò, sarà determinante il clima normativo e la capacità di attrarre importanti investimenti che il Brasile saprà esprimere.

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