Ultima occasione per l’Italia. Poi ci sarà il default

È troppo difficile aprire gli occhi e rendersi conto che l’Italia è ad un passo dal fallimento? Probabilmente, ci rimane circa un anno per evitare la catastrofe…

Non avete la sensazione di trovarvi dentro una bolla informativa fatta soltanto di COVID-19 e di elicotteri che distribuiranno denaro a pioggia per salvarci dal disastro economico scatenato dalla pandemia?

L’opinione pubblica italiana è immersa in una collosa melassa di retorica fatta di autocommiserazione e di slogan infantili del tipo “andrà tutto bene” o “chiediamo alle banche un atto di amore“. Qualcosa di estremamente dannoso poiché induce ad una percezione distorta della realtà che, in questo momento, può portare a conseguenze drammatiche.

Senza la BCE, il paese sarebbe già in default

L’Italia, da un punto di vista finanziario, è attaccata al respiratore della Banca Centrale Europea (BCE) senza il quale non sarebbe in grado nemmeno di respirare sui mercati. Per dirla in modo più brutale, l’Italia sarebbe già in default senza l’intervento della BCE che continua a comprare i nostri titoli di stato.

Con un debito pubblico che arriverà quest’anno al 160% del PIL, lo spread con il bund tedesco potrebbe essere anche di 1.000 punti (attualmente è di circa 240). Nessun investitore, sul mercato nazionale e internazionale, si sognerebbe mai di comprare o rinnovare titoli di stato italiani. Lo spread rimane basso perché la BCE sta coprendo le spalle all’Italia.

Tuttavia, per quanto possa sembrare sorprendente, l’opinione pubblica del paese non se ne rende minimamente conto e i maggiori mezzi di informazione sembrano ignorare completamente che siamo appesi al filo della BCE. Se la BCE ci abbandona, l’Italia va in default.

Un aiuto sostanzioso dall’Europa che non durerà per sempre

La gente non è consapevole di questo aiuto e, quindi, non sa nemmeno che questo aiuto non durerà per sempre. Inoltre, l’ossigeno finanziario della BCE non è incondizionato.

In cambio, ci viene richiesto che il paese cominci a cambiare per risolvere gli annosi problemi che affliggono la nostra economia dagli anni ’70. Una macchina statale antica, inefficiente, gigantesca e che ostacola in ogni modo le moderne attività imprenditoriali. Un sistema legislativo e giudiziario che non funzionano e che sarebbero da riformare dalle basi. Un sistema educativo senza risorse e fermo al secolo scorso. Un sistema fiscale inefficiente, iniquo ed opprimente. Etc. etc.

Ma la questione centrale e drammatica è che se adesso gli italiani non si renderanno conto che siamo ad un passo dal baratro e che, nonostante i generosi aiuti dell’Europa, dovremo cambiare radicalmente e velocemente il cosiddetto sistema paese, l’Italia diventerà nel giro di un anno la Venezuela del Vecchio Continente.

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