Terre rare

17 tra i più strani ed esotici elementi della tavola periodica, potrebbero condizionare negativamente la nostra vita quotidiana se la loro disponibilità venisse a mancare.

L’europio, il samario, il lantanio, non sono altro che i nomi di alcuni dei 17 minerali che fanno parte delle terre rare (appartenenti ai metalli rari, o metalli minori) e sono rappresentati nella tavola periodica come elementi chimici.

Sono materiali dai nomi insoliti, diffusi un po’ ovunque nella crosta terrestre. La loro estrazione comporta tecniche non troppo diverse da quelle tradizionali, ma con un alto tasso di inquinamento da scorie, anche radioattive.

Le terre rare sono per la Cina quello che il petrolio é per il Medio Oriente

Senza questi diciassette elementi rari non sarebbe possibile produrre nulla di tutto ciò che oggi è l’industria più avanzata. Il neodimio, per esempio, è l’elemento essenziale per la produzione di batterie e motori delle auto ibride o elettriche, per l’hardware dei computer, per i cellulari e per le telecamere. In campo militare l’ossido di neodimio è un ingrediente indispensabile nei magneti che azionano le ali direzionali dei missili di precisione. Con l’europio e l’ittrio si producono invece le fibre ottiche e le lampadine verdi; lo scandio è la materia prima per le luci degli stadi sportivi, mentre il promezio serve per i macchinari medici di ultima generazione.

All’inizio degli anni ’90 Deng Xiaoping aveva proclamato che “le terre rare sono per la Cina quello che il petrolio é per il Medio Oriente“. Attualmente, nessuna delle grandi multinazionali, da Philips a Siemens, da Toyota a Nokia, da Hewlett Packard a Apple, fino a Sony e Canon, può produrre i propri dispositivi senza rifornirsi dalla Cina.

Le stime dicono che il 12% dei giacimenti è negli Stati Uniti. Il 18% si trova invece nell’ex Unione Sovietica e quantitativi minori sono sparsi in molti altri paesi. Ma, fra il 37% e il 58% risiede in Cina. Troviamo anche molte miniere in Afghanistan, ma i costi di estrazione delle terre rare sono molto onerosi e non concorrenziali con quelli della Cina che le vende in tutto il mondo ad un prezzo decisamente basso.

Ma già dal 2009 la Cina ha diminuito in modo drastico le esportazioni di terre rare. Il motivo è che deve preservarle per ragioni ambientali e per le proprie esigenze.

La preoccupazione delle industrie high-tech

Per il 2011 la Cina ha già annunciato una ulteriore riduzione delle esportazioni. La notizia preoccupa le industrie dell’alta tecnologia, in particolare il Giappone, verso il quale Pechino ha persino bloccato l’esportazione a settembre durante una disputa per la sovranità su un gruppo di isole. Ora Tokyo progetta riciclare le terre rare, come pure di cercare loro sostituti.

Stati Uniti, Australia e altri produttori avevano fermato l’estrazione perché non redditizia, di fronte all’economica produzione cinese. Ma ora è ripresa la ricerca e l’estrazione di questi minerali, anche se occorrerà tempo per raggiungere una produzione adeguata. E Pechino mostra tutte le intenzioni di far leva sul suo potere di mercato in questo campo, per obbligare il resto del mondo ad accettare le proprie condizioni. Condizioni che comportano non solo un trasferimento netto di capitali, ma anche di lavoro e soprattutto di segreti industriali dall’Occidente verso la Repubblica Popolare Cinese.

La Cina, negli ultimi mesi, ha profuso enormi sforzi nella costruzione di una riserva strategica di terre rare. Non sono noti i dettagli del sito di stoccaggio ma, secondo quanto riferito dalle agenzie di stato cinesi e dalle dichiarazioni delle aziende statali e dai report dei media statali, sembrerebbe che il complesso sia stato costruito in una regione della Mongolia. Con una capacità di stoccaggio di terre rare che ammonta a più del totale di quanto esportato lo scorso anno dalla Cina (39.813 tonnellate) la riserva potrebbe avere la capacità di influenzare l’intero mercato globale, già ampiamente dominato dalla Cina. Al giorno d’oggi, controlla più del 90% della produzione globale di terre rare.

Per i più curiosi, ecco i nomi di tutti gli elementi appartenenti alle terre rare: scandio, ittrio, lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tulio, itterbio, lutezio.

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