Tempi difficili per le miniere in Congo (RDC)

L’industria mineraria della Repubblica Democratica del Congo, con oltre 13.000 posti di lavoro persi solo di recente e la chiusura di numerose miniere, sta attraversando uno dei periodi più difficili della propria storia.

Grossi problemi per l’industria mineraria nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

A giugno sono andati in fumo oltre 13.000 posti di lavoro, 3.000 riguardanti lavoratori diretti e almeno altri 10.000 di subappaltatori. Funzionari governativi e i principali dirigenti dell’industria mineraria locale, si sono ritrovati alla conferenza di Lubumashi per capire come salvare dal fallimento l’intero settore.

Lo scorso settembre, Glencore aveva deciso di chiudere per diciotto mesi le miniere di rame del Katanga, tra le più grandi e importanti del paese. Non è ancora trascorso un anno dall’annuncio, che tutti gli analisti si attendono che la sospensione della produzione verrà prorogata ulteriormente.

I prezzi del cobalto, di cui le miniere del Congo producono circa il 60% delle forniture mondiali, sono scesi del 20% nel primo trimestre

Purtroppo, le cattive notizie non finiscono qui.  I prezzi del cobalto, di cui le miniere del Congo producono circa il 60% delle forniture mondiali, sono crollati del 20% durante il primo trimestre, mentre quelli del rame dell’8%. Se i prezzi del cobalto sono attesi in salita del 45% entro il 2020, non altrettanto buone sono le prospettive per il metallo rosso. Secondo l’ultimo rapporto di aprile della Thomson Reuters GFMS, il rame è in eccedenza globale e i prezzi ne saranno penalizzati fino al 2020.

La Repubblica Democratica del Congo è uno dei paesi più poveri della Terra, nonostante le enormi risorse naturali che si trovano sul suo territorio: oro, diamanti, rame, cobalto e tantalio, solo per citarne alcune.

Con uno dei PIL pro capite più bassi del mondo, pari a 231 dollari nominali nel 2012, negli ultimi anni il paese, anche grazie all’aiuto tutt’altro che disinteressato della Cina, era riuscito a far crescere la propria economia dopo decenni di contrazione.

L’attuale crisi dell’industria mineraria rischia di compromettere parte di questi progressi, condannando il paese a non riuscire a risollevarsi da una povertà tanto endemica quanto contraddittoria.

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