Breve storia del debito pubblico mondiale

Come è cambiato il debito pubblico mondiale dal 1880 ad oggi? Una storia che ci offre una nuova chiave di lettura per immaginare dove arriverà il debito del mondo nei prossimi anni.

Il 2008, l’anno della grande crisi finanziare globale, ha portato alla ribalta delle cronache il problema dell’alto debito pubblico nelle economie più avanzate.

Un debito cresciuto molto velocemente negli ultimi anni, dal 70% del PIL nel 2000, fino a raggiungere il 100% nel 2009. Ma, per avere una prospettiva storica di come si è sviluppato, è interessante risalire al 1880, all’inizio della prima era della globalizzazione finanziaria.

Una storia che ripercorreremo un po’ di corsa e che fa riferimento alle cosiddette economie del G-20, secondo i dati raccolti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Tra il 1880 e il 1913, l’indebitamento delle economie avanzate passò dal 45% del PIL al 29%, con un decremento significativo. In questo periodo esisteva il Gold Standard e si verificò un’imprevista crescita dei flussi commerciali e dei capitali privati, che stimolarono la crescita riducendo al contempo l’incidenza del debito pubblico. Ma quello che sembrava un andamento virtuoso era anche la vigilia di anni drammatici: le due guerre mondiali e la Grande Depressione.

Debito pubblico delle economie del g-20

Nel 1914, allo scoppio della guerra, il debito pubblico globale ammontava al 23% del PIL, un livello da cui iniziò velocemente a salire. Le spese del conflitto e la crisi fiscale dei governi produssero enormi debiti per tutte le economie avanzate. Anche se nel 1920 si assistette ad una riduzione, l’arrivo della Grande Depressione (1930) e della Seconda Guerra Mondiale portò il debito alle stelle.

Nel 1932 toccò l’80% del PIL, con le banche in fallimento e una grossa crisi valutaria. Alla fine di questo drammatico periodo il debito tirò un sospiro di sollievo e si ridusse, ma per poco tempo. La Seconda Guerra Mondiale lo fece di nuovo esplodere. I paesi corsero a finanziare le spese di guerra e il livello di indebitamento delle economie più avanzate toccò il livello storico più alto mai raggiunto: quasi il 130% del PIL (1946).

E arriviamo alla crisi finanziaria dei giorni nostri, meno drammatica di quella della Grande Depressione, ma con implicazioni che sono state assai più gravi per il debito pubblico. Questo perché, alla vigilia della crisi, le economie dei G-20 erano più deboli rispetto al 1928, con un rapporto debito-PIL il 20% peggiore. Inoltre, il forte calo dei ricavi a causa del crollo dell’attività economica e dei profitti del settore finanziario, oltre che la caduta a picco dei valori patrimoniali, è stato di gran lunga peggiore rispetto a quanto accaduto durante la Grande Depressione.

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