Stagno: un vecchio metallo che tornerà di moda

Un metallo caduto nel dimenticatoio come lo stagno, vive una nuova giovinezza grazie a recenti scoperte che aprono le porte ad applicazioni innovative.

È arcinoto che la civiltà in cui viviamo non è per nulla parca nel consumare energia, 50% della quale viene sprecata sotto forma di calore.

Certamente, se una parte di questo calore potesse essere immagazzinata e usata, le potenziali aree di applicazione sarebbe enormi. Queste, andrebbero dall’industria automobilistica alle industrie manifatturiere pesanti, dalle raffinerie alle centrali elettriche a gas e via dicendo.

I ricercatori della Northwestern University di Chicago (Stati Uniti), che sanno bene che un gradiente termico formato tra due conduttori dissimili può produrre elettricità, hanno mostrato che il seleniuro di stagno è un cattivo conduttore termico. A tal punto da diventare un promettente materiale, le cui proprietà potrebbero essere sfruttate in nuovi dispositivi termoelettrici, con enormi risparmi energetici.

I pannelli solari del futuro

Ma lo stagno potrebbe essere la chiave di svolta anche per i pannelli solari del futuro grazie alla perovskite, con costi frazionari rispetto alle tradizionali celle solari al silicio.

La perovskite, un minerale trovato per la prima volta nel 1839 sui Monti Urali, può essere usato come semiconduttore nelle celle solari insieme al piombo. Un metallo, quest’ultimo, che ha però sollevato preoccupazioni ambientali e di salute. Ma impiegando stagno al posto del piombo, i ricercatori hanno ottenuto celle solari più efficienti, più sicure e più economiche. Purtroppo, i primi esemplari commerciali non potranno essere disponibili prima di uno o due anni.

In un altro laboratorio di ricerca, al Los Alamos National Laboratory, ancora negli Stati Uniti, gli scienziati hanno fatto una scoperta che spiana la strada alla tecnologia motoristica delle celle a combustibile, quella usata per esempio nel motore ad idrogeno della Honda. I ricercatori hanno dimostrato che il pirofosfato di stagno potrebbe sostituire il polimero a conduzione protonica che forma la membrana nelle celle a combustibile, permettendo il funzionamento a temperature di 200-300 gradi Celsius. In pratica, si potranno produrre celle a combustibile senza usare i costosissimi catalizzatori al platino, cosa che renderà questa tecnologia più economica e più accessibile.

Lo stagno è in deficit perenne

Difficile valutare se questi progressi scientifici avranno un impatto, e in che misura, sul mercato globale dello stagno nei prossimi anni. Tuttavia, l’aumento della domanda che contribuiranno ad alimentare, non può che essere un segnale positivo per un metallo che da anni è in deficit, con una domanda in crescita e un’offerta in discesa.

Quest’anno i prezzi dello stagno hanno messo a segno fino ad oggi un promettente +16%. Ma i fondamentali di mercato sono così forti che qualcuno si attende guadagni molto maggiori nel corso dei prossimi anni.

Saranno le nuove tecnologie le gocce che faranno traboccare il vaso dei prezzi dello stagno?

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