Stagno: un mercato in deficit anche nel 2016

Sarà il 2016 l’anno dei tanto attesi rialzi dei prezzi dello stagno? O il cosiddetto “metallo dimenticato” dovrà rassegnarsi alla depressione?

Nel corso degli ultimi due anni, i prezzi dello stagno si sono mossi in acque molto basse. Cambierà qualcosa nel 2016?

Il mercato dello stagno è rimasto in deficit per ben sei anni nel corso degli ultimi dieci, con divari tra la produzione e il consumo di circa il 4% all’anno.

Nonostante questo deficit causato dalla mancanza di nuove fonti di approvvigionamento, il mercato dello stagno si è comportato come se fosse in surplus, probabilmente per la produzione del Myanmar che ha colmato gli spazi disponibili.

Negli ultimi anni la domanda di stagno è stata abbastanza costante, ma i prezzi bassi del metallo non hanno favorito nuove esplorazioni o apertura di miniere. Perciò gli analisti prevedevano che la mancanza di nuove forniture a livello mondiale avrebbe avuto un riflesso nei prezzi, esercitando una pressione verso l’alto. Cosa che fino ad oggi non si è verificata.

Il deficit di stagno per il 2016 sarà di circa 10.000 tonnellate, in crescita rispetto a quello del 2015 di 6.000 tonnellate

Secondo l’Industrial Technology Research Institute (ITRI), il mercato è rimasto in deficit per tutto il 2015, pur in un contesto di domanda in leggero calo, determinata soprattutto dalla crisi nell’industria della saldatura in Cina.

Da un sondaggio realizzato dall’ITRI su 148 aziende operanti nel settore, in occasione del 5th ITRI London Tin Investment Seminar, è emerso che la produzione mondiale nel 2015 è scesa di circa l’8% a fronte di un calo della domanda del 3%. Il deficit di stagno per il 2016 sarà invece di circa 10.000 tonnellate, in crescita rispetto a quello del 2015 di 6.000 tonnellate.

Perciò gli operatori del mercato rimangono convinti che il futuro dello stagno sarà brillante.

La possibilità che i consumi aumentino grazie anche ai nuovi impieghi legati al settore dello stoccaggio energetico e il prossimo esaurimento delle vecchie miniere di stagno che non verranno sostituite dalle nuove, inevitabilmente, porterà i prezzi al rialzo.

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