Si infiamma il mercato del gas: la Russia chiude i rubinetti all’Ucraina

L’interruzione delle forniture russe di gas verso l’Ucraina infiamma i prezzi sul mercato e scatena forti preoccupazioni circa le forniture per l’Europa in vista del prossimo inverno.

Il mercato internazionale del gas naturale sta attraversando un momento di grande fermento, come non accadeva da anni.

La Russia ha tagliato le forniture di gas all’Ucraina e in Cina, la compagnia statale CNOOC si accinge a firmare un contratto ventennale con BP (British Petroleum).

L’interruzione delle forniture di gas russo ha fatto impennare i prezzi del combustibile in tutta Europa, come si attendevano tutti gli analisti.

Secondo Forbes, la chiusura dei rubinetti è avvenuta appena dopo il fallimento dei colloqui tra i due paesi, volti alla ricerca di una soluzione della crisi.

L’interruzione delle forniture di gas russo ha fatto impennare i prezzi del combustibile in tutta Europa

Kiev deve attualmente 1,95 miliardi di dollari alla Russia per le forniture precedenti e per ricevere altro gas deve iniziare ad effettuare pagamenti. La Russia ha offerto di tagliare il prezzo delle nuove forniture fino a 385 dollari per mille metri cubi di gas, anziché 485 dollari, ma l’Ucraina ritiene che il prezzo sia troppo alto.

Ma la domanda che gli osservatori si stanno facendo è: “Cosa ne sarà delle forniture di gas per l’Europa?

Probabilmente nel breve termine il blocco del gas non provocherà gravi problemi all’Ucraina, che potrà mitigare l’effetto delle mancate forniture con un accordo per ricevere gas dalla vicina Slovacchia.

Inoltre sembra che la Russia stia facendo il possibile per aumentare l’offerta di gas naturale verso l’Europa, attraverso le condutture sotterranee,  per rimpinguare le scorte disponibili.

Tuttavia, secondo Reuters, quando Russia e Ucraina arriveranno ai ferri corti, probabilmente durante l’estate, il gas russo potrebbe incontrare grossi problemi per arrivare in Europa. Uno scenario che non prevede alcuna semplice alternativa per i rifornimenti europei di gas.

Nel frattempo, la Cina è pronta a firmare un nuovo accordo da 20 miliardi di dollari, con BP, per la fornitura di gas naturale per i prossimi venti anni. Secondo il Wall Street Journal, l’accordo non è ancora stato firmato ma, durante la settimana in corso, i due contraenti si ritroveranno a Londra per la firma. L’accordo seguirebbe di poche settimane quello da 400 miliardi di dollari stipulato con la Gazprom.

L’appetito di energia della Cina è un pozzo senza fondo. Recentemente è stato stimato che per soddisfare i fabbisogni energetici cinesi serviranno l’equivalente di 16 maxi-forniture simili a quella della Gazprom.

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