La scivolata dei prezzi dell’alluminio continuerà?

Dollaro forte e fondamentali negativi per quanto riguarda la domanda e l’offerta, spingono i prezzi dell’alluminio verso il basso.

Chi opera nel settore, ha assistito alla riduzione progressiva dei prezzi dei pani di alluminio primario dall’inizio di quest’anno.

Non si è trattato di una discesa ripida, ma fatta di picchi e depressioni, a seconda delle notizie che arrivavano dai mercati. In generale, possiamo dire che i prezzi si sono mossi lateralmente, con un lento ma progressivo declino.

I prezzi andranno sotto i 1.700 dollari?

Adesso, ci troviamo vicini ad un livello psicologicamente significativo: 1.700 dollari per tonnellata. Possiamo aspettarci che funzioni come resistenza oppure i prezzi continueranno a scendere?

Purtroppo, non abbiamo ancora trovato la sfera di cristallo magica ma, in sua assenza, possiamo guardare alle tendenze e ai fondamentali per cercare di capire qualcosa di più.

Qualcuno sostiene che le preoccupazioni ambientali in Cina, soprattutto per lo smog causato dall’attività industriale, porteranno alla chiusura forzata degli impianti. Ciò dovrebbe sostenere i prezzi dell’alluminio.

Tuttavia, un analista della Banca di Cina dice che la frenata della produzione invernale cinese sarà più moderata rispetto allo scorso anno e, quindi, non darà un grande aiuto ai prezzi.

A peggiorare le cose ci si mettono anche le deboli prospettive della domanda. L’attività industriale si sta contraendo in Cina e nel vicino Giappone, due paesi che sono i maggiori consumatori di alluminio nella regione.

Secondo Reuters, i premi giapponesi per ottobre-novembre-dicembre sono stati fissati a 97 dollari per tonnellata, in calo del 10% rispetto al trimestre precedente. Il calo è dovuto all’abbondanza di offerta in Asia e all’indebolimento della domanda dell’industria elettronica e automobilistica.

Il biglietto verde non aiuta

Anche il dollaro americano gioca contro l’alluminio. Infatti, il biglietto verde è sostanzialmente al suo massimo dal 2017 e la sua forza deprime i prezzi delle materie prime.

Se poi andiamo a vedere i costi dell’allumina, ci accorgiamo che si sono dimezzati rispetto ai picchi dell’anno scorso. Attualmente, si compra allumina a 294 dollari per tonnellata, il minimo dal giugno 2017.

Pur essendoci stata nel corso del 2019 una leggera diminuzione nella produzione di alluminio (-0,5%), il CRU prevede che il prossimo anno aumenterà del 5%. Quindi, l’offerta rimarrà superiore alla domanda.

Insomma, per quanto la si voglia rigirare, la faccenda non è allegra: il supporto di 1.700 dollari per tonnellata sembra molto, ma molto fragile.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED