Scivolano i prezzi del rame, ma i fondamentali restano buoni

Pur in presenza di un deficit di rame, i prezzi stanno scendendo. Un movimento di breve termine o qualcosa di molto più serio?

Le preoccupazioni per un rallentamento dell’economia cinese, schiacciano i prezzi del rame (5.868 dollari per il contratto a 3 mesi). Tuttavia, i fondamentali continuano a indicare  un deficit di metallo, con i livelli delle scorte che sono diminuiti nelle principali borse merci.

I timori circa i problemi di approvvigionamento nella maggior parte delle miniere cilene si sono allentati. I lavoratori della miniera cilena di Escondida hanno firmato il contratto, grazie alla mediazione del governo. Ma i lavoratori della miniera di Caserones sono ancora in sciopero. Nel frattempo, la produzione di rame della Codelco, la società miniera statale del Cile, è aumentata del 2% nei primi sei mesi del 2018, raggiungendo le 813.000 tonnellate.

Anche in Russia si va verso una maggiore produzione di metallo rosso. Infatti, è iniziato lo sviluppo della miniera di Udokan, il più grande giacimento di rame russo e il terzo più grande del mondo.

Ma, con una capacità fusoria che continua a crescere in tutto il mondo, la disponibilità di metallo va verso un deficit sempre maggiore.

I rottami cinesi

Come noto, il rame quotato in borsa e i rottami seguono lo stesso trend. Attualmente, entrambi sembrano essere impostati al rialzo a lungo termine. Il fatto che i prezzi siano diminuiti ancora nel corso di questo mese, secondo gli analisti, non compromette la tendenza al rialzo.

Ma i prezzi del rottame sono diminuiti meno dei prezzi del metallo all’LME. Probabilmente, perché i rottami di rame sono stati colpiti dai nuovi dazi del 25% sulle importazioni, che la Cina ha imposto su 16 miliardi di beni americani (rottami metallici, carta da macero e plastica) in seguito alla guerra commerciale con gli Stati Uniti.

Per il gigante asiatico i rottami di rame importati non sono una cosa di poco conto. Si tratta infatti di 132.000 tonnellate all’anno, di cui Hong Kong e Stati Uniti sono i maggiori fornitori.

Tutto ciò considerato, è impossibile non vedere come il mercato si stia complicando. Il rame è ancora impostato al rialzo e il deficit permane, ma l’idea che i prezzi continueranno a salire non è più una certezza come lo era qualche mese fa.

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