Prezzi del rame a 7.000 dollari nel 2021?

Nonostante lo shock della pandemia sulla domanda di rame, il grave deficit strutturale sul fronte dell’offerta spingerà i prezzi verso l’alto.

Il mercato del rame è affetto da un grave problema nel lungo termine: un’offerta strutturalmente insufficiente. Per questo motivo, nel 2021, i prezzi potrebbero superare i 7.000 dollari per tonnellata.

L’analisi dell’Eurasian Resources Group (ERG) è abbastanza chiara circa la grave contrazione della domanda, non però così grave come il deficit sul fronte dell’offerta.

Alti e bassi nei primi 6 mesi

Il rame ha iniziato l’anno al di sopra dei 6.100 dollari, raggiungendo anche 6.300 dollari a metà gennaio. Tuttavia, l’arrivo del coronavirus ha colpito duramente il mercato del metallo rosso, con i prezzi che, a marzo, sono precipitati a 4.617 dollari.

Nel secondo trimestre, invece, la musica è cambiata. Le attese di una ripresa della domanda in Cina, il principale consumatore mondiale, abbinata ad interruzioni delle forniture sul lato dell’offerta, hanno spinto i prezzi del rame verso l’alto. Attualmente (8 luglio), il contratto a 3 mesi al London Metal Exchange (LME) quota 6.089 dollari a tonnellata.

Offerta sempre più bassa, anche di rottami

Il mercato si sta restringendo. Le scorte di rame sono diminuite del 33% su base annua e le spese di raffinazione si sono ridotte al livello più basso dal 2012. Il Sud America, in particolare il Cile, è alle prese con gli effetti della pandemia, con i governi che impongono rigide misure di blocco e di contenimento. Secondo ERG, sono già state perse 700.000 tonnellate di produzione di rame.

Ancora più forti sono le perdite dal lato dell’offerta di rottami, che rappresentano circa un terzo del consumo totale di rame. I dati indicano una contrazione di oltre il 50% su base annua nelle spedizioni di aprile.

Guardando invece alla domanda di metallo rosso, la ripresa in Cina è stata superiore alle aspettative. Inoltre, gli analisti ritengono che la domanda cinese non sia andata persa, ma semplicemente ritardata.

Nel resto del mondo, la domanda repressa di questi mesi potrebbe favorire una forte ripresa durante la seconda metà dell’anno. Inoltre, molti governi hanno deciso ulteriori investimenti nel settore dell’energia verde e dell’economia digitale, settori dove è richiesto molto rame. Soltanto il comparto dei veicoli elettrici dovrebbe aumentare di 1,5 milioni di tonnellate la domanda di metallo per il prossimo decennio.

Quindi, un’offerta strutturalmente insufficiente combinata con una domanda in ebollizione, non potrà che spingere i prezzi in una sola direzione: verso l’alto!

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