PetroChina, ovvero il più grande crollo azionario della storia

È un buon investimento la più grande società petrolifera cinese? Considerando che dal suo debutto in borsa ha perso la cifra record di 800 miliardi di dollari, sembrerebbe proprio di no.

Il più grande produttore di petrolio e di gas della Cina, ha debuttato alla borsa di Shanghai nel novembre 2007, diventando la prima società al mondo a valere un bilione di dollari (mille miliardi).

A 10 anni di distanza, PetroChina ha perso l’82% del suo valore, bruciando la cifra record di 800 miliardi di dollari. Più o meno quanto l’attuale capitalizzazione di Microsoft o più del valore di tutto il mercato azionario italiano o, ancora, più del PIL dell’intera Svizzera.

Come se non bastasse, gli analisti ritengono che la discesa di PetroChina non sia ancora arrivata in fondo.

Gli analisti ritengono che la discesa di PetroChina non sia ancora arrivata in fondo

Come è possibile perdere tanti soldi? Dalla fine del 2007, si sono combinati diversi fattori che hanno contribuito al più grande crollo azionario della storia di una singola società. Nel periodo del suo debutto in borsa, il 5 novembre 2007, le crepe del sistema finanziario erano già cominciate a emergere e il mercato dei mutui subprime crollò alcuni mesi dopo e, nel settembre 2008, Lehman Brothers dichiarò il fallimento nel pieno della crisi finanziaria globale.

Inoltre, nel 2014, è arrivato il crollo dei prezzi del petrolio che, negli anni successivi, ha cancellato molti profitti e una parte significativa della capitalizzazione di mercato di tutte le società di petrolio e di gas in tutto il mondo.

Ma oltre a questi eventi del mercato internazionale, le azioni della PetroChina hanno subito il crollo del mercato cinese del 2015, quando l’eccessiva speculazione sulla borsa aveva gonfiato una bolla insostenibile.

Tante disgrazie in pochi anni potrebbero far sperare in una pausa nel ciclo di eventi negativi. Niente affatto, dal momento che le recenti politiche cinesi per far crescere l’uso dei veicoli elettrici (EV) e ottenere un impiego più pulito dell’energia, hanno ulteriormente colpito i titoli azionari di PetroChina, per la quale gli analisti prevedono altri ribassi (ad oggi, 2 novembre, il valore delle azioni alla borsa di Shanghai è di 8,39 Renmimbi).

L’aggressiva spinta del governo cinese verso la mobilità elettrica non lasciano alcuna speranza che PetroChina possa compensare le perdite che i suoi titoli azionari hanno avuto degli ultimi dieci anni.

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