Occhi puntati sul nichel

Le quotazioni del nichel stanno scendendo, ma alcuni investitori ritengono che si stiano avvicinando al punto di inversione, delimitato dal costo di produzione al di sotto del quale gli impianti vengono chiusi.

Come la maggior parte delle materie prime, anche per il nichel il 2013 non è stato fino ad ora un anno favorevole. Le quotazioni attuali del metallo sono di circa 14.600 dollari/tonnellata al London Metal Exchange (LME), molto al di sotto dei 17.085 dollari di inizio anno.

Come se non bastasse, per quest’anno è previsto un surplus di 90.000 tonnellate.

I principali fattori che stanno penalizzando le quotazioni del nichel sono sostanzialmente due: l’eccesso di offerta e l’immissione sul mercato del cosiddetto Nickel Pig Iron, un sostituto più economico del nichel e perciò spesso preferito dagli acquirenti. Perciò, nel breve termine, tutti concordano nel ritenere che i prezzi subiranno una pressione verso il basso.

Secondo gli analisti la conseguenza di questo scenario di prezzi in discesa, sarà la chiusura di alcuni impianti, costretti a questa drastica scelta da costi produttivi superiori ai ricavi. Qualcuno vede perciò, in un futuro non molto lontano, l’inizio di una inversione per il trend delle quotazioni del nichel.

Un numero sempre maggiori di investitori ritiene che si stia avvicinando il momento in cui la pressione sui produttori in perdita per tagliare la produzione, porterà ad una inversione del mercato.

Molti magazzini in territori offshore hanno cominciato a ricevere crescenti quantità di nichel da parte di investitori che stanno accumulando fisicamente questo metallo.

Gli investitori ricordano ancora quando, nel 2007, il nichel valeva circa 55.000 dollari a tonnellata. Anche se spesso la storia non si ripete, i prezzi delle materie prime sono destinati a salire quando scendono al di sotto dei costi di produzione. E il nichel non fa eccezione…

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