Norvegia, l’economia più inclusiva del mondo

Dalla penisola scandinava una lezione di inclusione, grazie a intelligenti politiche in materia di istruzione e di innovazione per creare una società coesa.

Nell’era della globalizzazione, il mondo occidentale è alle prese con il crescente divario di ricchezza che sta portando ad un sempre maggiore impoverimento delle classi medie e ad una conseguente fratturazione della società.

Ma c’è qualcuno che si sta muovendo in contro tendenza. È la Norvegia.

Secondo l’Inclusive Develpment Index 2017 (IDI), redatto dall’Wold Economic Forum, la Norvegia è il paese più inclusivo del mondo. In altre parole, la crescita economica del paese nel corso di decenni ha compreso una gamma molto ampia di settori, creando posti di lavoro per la gran parte della popolazione e riducendo la povertà.

La Norvegia, con una popolazione di soli 5 milioni di persone, ha il più basso tasso di disparità del mondo per quanto riguarda i redditi, soprattutto grazie a politiche a sostegno dell’istruzione e dell’innovazione. Il tutto aiutato anche dal più grande fondo sovrano del mondo che gestisce i proventi di petrolio e gas, a sostegno dei progetti economici a lungo termine.

La Norvegia, con una popolazione di soli 5 milioni di persone, ha il più basso tasso di disparità del mondo per quanto riguarda i redditi

Il paese scandinavo ha un PIL pro capite di 89.741 dollari, circa il doppio della media di quello delle 30 economie più avanzate del mondo (44.656 dollari) e circa tre volte quello italiano. Qualcuno penserà che, di contro, il costo della vita sia assai elevato. Vero. Ma anche rapportando il reddito norvegese al costo della vita, rimane sempre il più alto.

Ma esiste una ricetta segreta norvegese? Come gli altri paesi nordici e la Svizzera, la Norvegia non ha un salario minimo legale ma, il 70% dei suoi lavoratori hanno contratti collettivi che specificano minimi salariali.  Sul fronte della formazione, il governo ha dato la priorità all’istruzione come mezzo per diversificare l’economia e rendere la crescita più forte e più inclusiva. Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, insieme a competenze professionali e imprenditoriali, sono gli ingredienti più importanti della ricetta norvegese.

Il paese primeggia anche nel basso livello di divario di genere, con un rapporto di donne/uomini sul mercato del lavoro di 0,95 e un rapporto tra reddito femminile e maschile di 0,79. Nel 2003, la Norvegia ha imposto una quota di genere che obbliga le aziende a garantire che almeno il 40% dei membri dei consigli d’amministrazione siano donne.

Naturalmente, non mancano le condizioni per supportare i genitori. Dal 2013, la Norvegia ha previsto 49 settimane di congedo parentale a stipendio pieno (o 59 settimane all’80% della retribuzione). Inoltre, le madri e i padri devono prendere almeno 14 settimane di riposo dopo la nascita di ogni figlio.

Per quanto possa sembrare un caso felice ma isolato, la Norvegia non è l’unico paese a potersi vantare di un’alta inclusione, come si può vedere dalla classifica 2017 delle 10 economie avanzate più inclusive del mondo.

1

NORVEGIA (punteggio: 6,02)

2

LUSSEMBURGO (punteggio: 5,86)

3

SVIZZERA (punteggio: 5,75)

4

ISLANDA (punteggio: 5,48)

5

DANIMARCA (punteggio: 5,31)

6

SVEZIA (punteggio: 5,30)

7

OLANDA (punteggio: 5,28)

8

AUSTRALIA (punteggio: 5,18)

9

NUOVA ZELANDA (punteggio: 5,09)

10

AUSTRIA (punteggio: 5,05)

Fanalini di coda tra le 30 economie più avanzate: Italia, Portogallo e Grecia. L’Italia, con un punteggio di 4,18, si trova circa allo stesso livello di paesi come Messico (punteggio: 4,13) e Brasile (punteggio: 4,13) che, nella classifica dedicata ai paesi in via di sviluppo, occupano rispettivamente la ventinovesima e la trentesima posizione.

Il più inclusivo tra i paesi in via di sviluppo è la Lituania, con un punteggio di 4,73.

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