I metalli di base andranno forte nei prossimi mesi, con lo zinco in prima fila

Un’offerta più debole e l’aumento della domanda, supporteranno la crescita dei prezzi dei metalli di base anche nel corso del secondo trimestre di quest’anno.

Secondo l’ultimo rapporto di Scotiabank, a causa di fattori come il calo dell’offerta e l’aumento della domanda, i metalli di base come il rame e lo zinco vedranno prezzi più forti nei mesi che devono arrivare.

La grande banca canadese ha pubblicato il suo rapporto trimestrale sulle prospettive economiche globali, che contiene una sezione dedicata al futuro delle materie prime. Scotiabank sottolinea come i metalli di base stiano godendo dei benefici dal boom della crescita economica e dall’aumento della domanda di materie prime.

Tra tutti i metalli, saranno proprio i metalli di base ad essere supportati da forti fondamentali, tra i quali un’offerta mineraria sempre più ristretta a seguito di anni dove molte miniere sono state chiuse.

Lo zinco sarà il metallo con la maggiore crescita

E tra i metalli di base è lo zinco ad avere i migliori fondamentali, per una grossa mancanza di offerta. Per Scotiabank i prezzi dello zinco raggiungeranno una media di 3.527 dollari a tonnellata nel 2018 e nel 2019. Tuttavia, più avanti, torneranno a 2.200 dollari, con il panorama minerario globale che sarà ritornato alla normalità. Ad oggi (20 aprile), al London Metal Exchange (LME), lo zinco quota 3.260 dollari a tonnellata.

Per quanto riguarda il rame, il mercato registrerà un deficit di offerta nel 2018, cosa che non era mai accaduta dal 2010. I prezzi raggiungeranno una media di 6.834 dollari per tonnellata nel 2018 e aumenteranno a 7.165 dollari nel 2019.

Gli altri metalli, per il momento, resteranno forti ma, con il rallentamento della produzione di acciaio in Cina, si indeboliranno. Invece, i metalli preziosi, rimarranno stazionari a causa di due effetti opposti: l’indebolimento del dollaro americano e l’aumento dei tassi d’interesse a livello globale.

Infine, non poteva mancare una parte dedicata al mercato del petrolio i cui prezzi, sempre secondo Scotiabank, sono previsti ad una media di 65 dollari al barile (WTI) per quest’anno. Un livello più alto rispetto a quanto la stessa banca prevedeva pochi mesi orsono, quando indicava una media di 57 dollari.

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