Il manuale del cercatore d’oro: i depositi alluvionali

Il mestiere del cercatore d’oro è quasi scomparso ma, per chi è ancora affascinato da questa antica e leggendaria professione, ecco qualche sintetica ma preziosa informazione a riguardo.

Estrazione alluvionale è un termine che non capita di incontrare nelle letture di tutti i giorni.

Eppure è qualcosa che costituisce una importante fonte di reddito per molte persone in zone come l’Africa e il Sud America.

Ma non solo. Cercare e trovare metalli preziosi o diamanti nel letto di un fiume è una delle tecniche più vecchie impiegate dalle società minerarie, che continuano ad impiegarla a tutt’oggi.

Stesso peso, stessa profondità

L’estrazione alluvionale fa riferimento a quei depositi di minerali che si trovano nei letti dei fiumi, che diventano dei depositi alluvionali. I minerali vengono erosi dalla loro sede originaria e vengono trasportati dall’acqua in varie aree lungo il corso fluviale. I sedimenti si depositano secondo un ordine ben preciso: prima, e quindi più in profondità, quelli più pesanti, dopo quelli più leggeri. Poiché oro, diamanti e platino hanno approssimativamente lo stesso peso, si depositano allo stesso livello di profondità.

Come si può intuire, l’estrazione di minerali da una miniera alluvionale è un processo estremamente semplice. Per questo motivo è possibile anche per singoli cercatori di metalli preziosi sfruttare tali depositi. Scavando e spulciando tra fango, sabbia e ghiaia con pale e setacci, o addirittura con le mani nude, si trovano metalli preziosi o diamanti che per molte famiglie africane o sudamericane costituiscono l’unica possibilità di guadagno. Tuttavia, questo tipo di operatività non è molto produttiva e avviene senza alcuna attenzione alla sicurezza, oltre ad avere un forte impatto negativo sull’ambiente. Inoltre, essendo attività svolte su piccola scala, sono spesso al di fuori di ogni quadro giuridico e normativo.

Naturalmente, l’estrazione può essere effettuata anche in modo più efficiente e più sicuro da parte di un’azienda mineraria.

Anche se i cercatori d’oro freelance sono quasi del tutto scomparsi nei paesi sviluppati, non sono scomparse le persone curiose e appassionate da una professione che ha sempre esercitato un grande fascino per la sua potenzialità di realizzare il sogno di una ricchezza raggiungibile improvvisamente, grazie alla scoperta di qualche grossa pepita o di qualche grosso diamante. Per tutti questi potenziali cercatori, ecco qualche interessante informazione sui depositi alluvionali di materiali preziosi.

I depositi alluvionali d’oro

Queste miniere hanno una storia che risale all’Antica Roma e, più di recente, alla corsa all’oro in California. Nel tempo sono state affinate tecniche diverse che, in estrema sintesi, si basano sull’utilizzo di acqua per lavare i sedimenti contenenti l’oro. Quando i sedimenti non sono compatti, come nel caso della ghiaia, la separazione è facile, ma quando sono i sedimenti sono compatti l’estrazione diventa più complessa. In questi ultimi casi può essere necessario il ricorso ad esplosivi.

In linea di massima, sedimenti non compatti hanno una bassa concentrazione d’oro, al contrario di quanto avviene se i sedimenti sono fortemente compattati. Nel primo caso è possibile l’estrazione anche per i singoli cercatori d’oro, nel secondo caso è necessaria la forza e l’organizzazione di una società mineraria.

I depositi alluvionali di diamanti

Circa il 10% dei diamanti grezzi di tutto il mondo provengono dall’estrazione di società minerarie in depositi alluvionali, mentre un altro 14% viene scoperto da singoli cercatori che utilizzano tecniche di estrazione alluvionale su piccola scala. Depositi di questo tipo sono particolarmente diffusi in Africa, soprattutto in Namibia.

L’estrazione alluvionale dei diamanti è del tutto simile a quella dell’oro, in quanto comporta la separazione delle pietre preziose dai sedimenti. Su scala industriale vengono anche impiegate navi che succhiano dal fondo dell’oceano, in prossimità di dove sfociano fiumi, tonnellate di sedimenti che vengono poi trasportati per l’ispezione in impianti predisposti allo scopo (“I diamanti marini“).

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