La madre di tutte le bombe della Cina: stop del petrolio alla Corea del Nord

La Cina è pronta a tagliare le forniture di petrolio alla Corea del Nord. Un deterrente più efficace della minaccia militare degli Stati Uniti?

Mentre gli americani si preparano all’opzione militare per fermare le minacce nucleari della Corea del Nord, la Cina segue una tattica completamente diversa.

I test missilistici nucleari di Kim Jong-un stanno facendo perdere la pazienza a Pechino, che sta prendendo in considerazione una sospensione delle esportazioni di greggio verso la Corea del Nord. Il paese dipende dalla Cina per il 90% del suo approvvigionamento di petrolio e l’interruzione di queste forniture avrebbe un effetto devastante sulla dittatura.

Come hanno evidenziato molti esperti di geopolitica, la Cina ha fatto di tutto per evitare un crollo del regime, sia per evitare il conseguente afflusso di profughi in territorio cinese e sia per non favorire la possibile unificazione delle due Coree, che finirebbero sotto la sfera di influenza degli americani.

Inoltre, la Cina ha altri ottimi strumenti di persuasione oltre al petrolio. Potrebbe sospendere o ridurre gli aiuti alimentari verso un paese assai povero e fermare tutte le transazioni finanziarie nordcoreane in valuta estera che passano attraverso le banche cinesi.

La minaccia cinese di tagliare i rifornimenti di petrolio è terrorizzante: l’intera nazione sarebbe paralizzata in questo scenario

Se l’invio della massiccia forza militare statunitense verso la penisola coreana non sembra per nulla spaventare Kim Jong-un, pronto a entrare in guerra contro l’eterno nemico, la minaccia cinese di tagliare i rifornimenti di petrolio è terrorizzante: l’intera nazione sarebbe paralizzata in questo scenario, dalle agenzie governative alle strutture produttive e, soprattutto, militari.

In un intervista dello scorso anno del DailyNK ad un disertore nordcoreano che lavorava all’interno della catena di approvvigionamento petrolifera, viene descritta l’ipotesi che la Cina stacchi la spina del petrolio come una mossa che porterebbe Kim Jong-un alla disperazione, nonostante la Corea del Nord possieda scorte di emergenza per 3 mesi. Il congelamento petrolifero sconvolgerebbe tutte le operazioni all’interno della centrale del Partito, gli organi amministrativi e militari. I movimenti sarebbe limitati, in quanto non vi sarebbe benzina o diesel per alimentare gli autoveicoli dei militari, dei funzionari di partito e dei lavoratori.

L’assenza di petrolio paralizzerebbe l’intero paese. I treni diesel che forniscono la spina dorsale della distribuzione della Corea del Nord si fermerebbero, rendendo impossibile la consegna di materie prime. Inoltre, riso e altri alimenti sarebbero difficili da procurare, facendo crescere i prezzi e minacciando la sussistenza della popolazione.

Anche la Cina possiede una madre di tutte le bombe, meno rumorosa di quella di Donald Trump, ma molto più efficace per far tornare alla ragione anche un dittatore imprevedibile e pericoloso come Kim Jong-un.

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