Le migliori nazioni per fare impresa: classifica 2012

I paradisi per le imprese esistono: Forbes li ha classificati uno per uno e le sorprese non mancano.

Molti imprenditori stanno scappando dall’Italia.

Non scappano solo le grandi imprese come la Fiat, ma soprattutto medie e piccole imprese, arrivate a questa decisione per una serie di ragioni che affondano le radici nell’inefficienza del nostro sistema amministrativo, fiscale, normativo e finanziario. Ma il sogno di ogni imprenditore è di trovare un luogo dove poter fare il proprio lavoro senza distrazioni inutili, concentrandosi sulla propria capacità di generare ricchezza per sé e per gli altri.

Questi paradisi per gli imprenditori esistono e hanno un nome, ma sono molto più lontani che non la distanza chilometrica che li separa dall’Italia.

Come tutti gli anni Forbes ha stilato la classifica di questi paesi, dove il clima per le imprese sembra in netto contrasto con quello che predomina in molti altri paesi, dove la recessione, disoccupazione e sfiducia sembrano allontanare la possibilità, soprattutto per nuovi imprenditori, di avere successo.

I parametri considerati in questa analisi sono stati: i diritti di proprietà, le tasse, l’innovazione, la tecnologia, la corruzione, la libertà (personale, commerciale e monetaria), la burocrazia e la tutela degli investitori. I dati provengono da varie fonti: Central Intelligence Agency, Freedom House, Heritage Foundation, Property Rights Alliance, Transparency International, World Bank and World Economic Forum.

Il paese in cima alla classifica, la Nuova Zelanda, ha come punto di forza un clima stabile e trasparente che incoraggia le imprese, oltre ad un grado di libertà elevato e una corruzione molto bassa, con una burocrazia quasi inesistente. Inoltre lo scorso anno il livello medio della tassazione è stato portato dal 30% al 28%. L’indice della borsa valori neozelandese è salito di circa il 24% nell’ultimo anno.

Ecco la classifica Forbes dei 10 migliori paesi per fare impresa:

  1. Nuova Zelanda
  2. Danimarca
  3. Hong Kong
  4. Singapore
  5. Canada
  6. Irlanda
  7. Svezia
  8. Norvegia
  9. Finlandia
  10. Regno Unito

Sorprende, ma non troppo, l’assenza degli Stati Uniti (in dodicesima posizione) nelle prime dieci posizioni, ma le imposte sulle società insieme alla complessità del codice fiscale hanno messo un freno alle imprese americane. Secondo la Banca Mondiale, la tipica azienda americana di piccole o medie dimensioni deve impiegare 175 ore all’anno per rispettare le leggi fiscali vigenti. La più grande economia del mondo si colloca piuttosto male anche in termini di libertà economica e di libertà monetaria.

Meno sorprendente la posizione dell’Italia che occupa la trentaseiesima posizione, subito dopo la Lituania.

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