Le isole del tesoro: Cayman

Da isole di pescatori a paradisi fiscali per i più ricchi investitori del mondo. Qual’è la miracolosa ricetta economica delle Isole Cayman?

Le Isole Cayman sono attualmente un centro finanziario offshore di primo piano nel panorama internazionale. Come queste isole oscure e sconosciute fino agli anni ’60, siano emerse come uno dei più importanti e dinamici centri finanziari del mondo, è comprensibile soltanto analizzando la sua storia, ricca di fatti sorprendenti e leggende.

La leggenda narra che, nel 18° secolo, una flottiglia di navi britanniche naufragò vicino a Grand Cayman. Gli abitanti delle isole trassero in salvo i passeggeri delle navi, tra i quali vi erano alcuni membri della famiglia reale inglese. Per mostrare il suo apprezzamento al gesto coraggioso degli isolani,  la Gran Bretagna decretò che le Isole Cayman non avrebbero mai dovuto pagare le tasse alla Corona.

Sebbene non vi sia alcuna prova che dimostri che la leggenda sia vera, il concetto di Cayman come paradiso fiscale sembra avere radici lontane. Nonostante ciò, fino ai primi anni ’60, le Isole Cayman erano del tutto sconosciute al resto del mondo.

Erano isole di pescatori

Nei primi anni ’60 nelle Isole Cayman non c’era il telefono, l’energia elettrica non si estendeva a tutti i distretti di Grand Cayman e non c’era ne acqua corrente o ne fognature. Le zanzare erano così numerose in certi periodi dell’anno che riuscivano ad uccidere le mucche. Molte strade non erano asfaltate e  ristoranti e negozi  erano pochissimi, avendo come unici clienti i subacquei che venivano a visitare le isole. L’economia delle famigli dell’isola dipendeva esclusivamente dalla pesca.

Nel 1962, quando la Giamaica scelse l’indipendenza dal Regno Unito, le Isole Cayman, che erano una dipendenza della Giamaica, scelsero di rimanere una colonia della Corona britannica. Molti uomini d’affari giamaicani, preoccupati per la direzione in cui stava andando la Giamaica, si trasferirono alle Isole Cayman, portando con loro denaro e competenze.

La Barclays fu la prima banca a stabilirsi nelle isole. Ma il settore bancario di quei tempi non offriva servizi alla clientela internazionali ma serviva soltanto il mercato locale. Alla fine del 1965 la Bank of Nova Scotia Trust Company inizia l’attività, diventando la prima società fiduciaria nelle Isole Cayman. Anche la Canadian Imperial Bank of Commerce apre una filiale a Grand Cayman.

Via le zanzare e arrivano gli investitori

Nel 1966 viene risolto il problema delle zanzare, che costituivano un grosso ostacolo allo sviluppo economico, grazie ad un nebulizzatore molto efficace. Inoltre viene migliorata la pista dell’aereporto Owen Roberts International Airport. Arriva l’elettricità e la Cable&Wireless lancia il primo servizio telefonico. A partire dallo stesso anno il governo inizia ad approvare delle leggi per il settore bancario offshore, per il settore delle fiduciarie e per favorire fiscalmente le società con sede nelle isole.

Il terreno favorevole per attirare gli investitori internazionali ormai era pronto. Nel 1967, quando Lynden Pindling divenne il primo premier nero delle Bahamas, fino ad allora principale centro finanziario offshore internazionale,  cominciarono gli scontri razziali e presero piede i movimenti indipendentisti delle Bahamas (che ottennero l’indipendenza solo nel 1973).

Iniziò una fuga di capitali, aziende e uomini d’affari, che scelsero le Isole Cayman come luogo dove stabilirsi. L’afflusso di capitali americani e canadesi avrebbe poi messo in moto il boom edilizio negli anni 1970, aiutando sia l’industria dei servizi finanziari che l’industria del turismo.

Le Isole Cayman stavano decollando.

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