L’alluminio cinese vuole fare harakiri?

I recenti rialzi dei prezzi dell’alluminio potrebbero indurre i produttori cinesi ad abbandonare i buoni propositi di ridurre la propria produzione, con conseguenze nefaste sulle quotazioni.

Come facevano gli antichi samurai giapponesi, anche i produttori di alluminio della Cina sembrano sul punto di fare harakiri.

Questo è quello che emerge da un recente rapporto della Reuters che evidenzia come il settore dell’alluminio cinese stia per commettere un errore drammatico.

In pochi mesi i prezzi del metallo sono aumentati di circa il 23% allo Shanghai Futures Exchange (SHFE), raggiungendo i 1.850 dollari a tonnellata, un progresso dovuto soprattutto alla decisione di chiudere 6 grandi fonderie cinesi che, al solo scopo di sostenere i prezzi, avrebbero dovuto iniziare ad accumulare alluminio.

Una decisione che ha interrotto l’ondata di vendite speculative che, a novembre, aveva trascinato le quotazioni ai minimi (circa 1.500 dollari a tonnellata), in un mercato i cui fondamentali sono caratterizzati ormai da parecchio tempo da un grave eccesso di produzione.

Il piano di ridurre di circa 4,6 milioni di tonnellate l’alluminio prodotto è stato sostenuto e incoraggiato dal governo

Il piano di ridurre di circa 4,6 milioni di tonnellate l’alluminio prodotto (il 10% della produzione) è stato sostenuto e incoraggiato dal governo, con la promessa di un’assistenza finanziaria fino alla riapertura degli impianti. Una politica non troppo chiara, dal momento che le fonderie cinesi hanno costi di produzione molto diversi e alcune di loro hanno oneri così gravosi che è del tutto improbabile che possano riaprire nel prossimo futuro.

Ma le fonderie più efficienti, già ai livelli di prezzo raggiunti dall’alluminio in questi giorni, potrebbero decidere di riaccendere i forni, dimenticandosi di attuare il previsto piano di stoccaggio. Una manna per tutti gli speculatori pronti a tornare sul mercato con nuove scommesse al ribasso.

I produttori cinesi di alluminio, non si sono mai dimostrati troppo lungimiranti nel gestire la propria produzione e, se ciò accadrà anche questa volta, gli speculatori saranno felici di brindare su molti dei loro cadaveri.

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