La fine delle grandi centrali nucleari

L’energia nucleare sta cambiando volto e il suo futuro sarà molto diverso da come molti lo avevano immaginato fino ad ora.

Il settore dell’energia nucleare in tutto il mondo sta attraversando un momento critico, che potrebbe essere il preludio ad un drastico cambiamento o addirittura alla fine delle centrali nucleari come oggi le conosciamo.

È emblematica la turbolenta storia della centrale nucleare di Hinkley Point, nel Regno Unito, che rappresenta bene il vicolo cieco in cui si trova il nucleare e che riguarda molti paesi che si affidano all’energia nucleare come parte del loro mix energetico.

Hinkley Point avrebbe dovuto entrare in funzione alla fine di quest’anno, otto anni in ritardo sui tempi previsti ma, molto probabilmente, la data slitterà al 2025 se non oltre. Naturalmente, tutti questi ritardi hanno fatti crescere enormemente i costi, arrivati attualmente a 19,6 miliardi di sterline, cifra che la rende la struttura più costosa del Regno Unito.

Secondo il Financial Times, il costo dell’energia prodotta sarà di 100 sterline per MegaWatt-ora (MWhr), un’enormità rispetto alle 60 sterline/MWhr dell’energia eolica offshore o ai costi del gas naturale ancora più bassi.

Ad oggi, esistono molte alternative al nucleare e un po’ tutti i governi del mondo se ne stanno rendendo conto

In un tale contesto, al di là degli errori commessi dai politici britannici e delle troppe incertezze, rimane il fatto che nessuno, compresa EDF Energy che possiede l’impianto, ha interesse che il progetto della centrale nucleare prosegua. È pur vero che all’epoca del progetto di Hinkley Point le fonti di energia rinnovabile, come l’eolico e il solare, soffrivano del problema dell’intermittenza e il Regno Unito aveva bisogno di una fonte di energia affidabile e a bassa emissione di carbonio.

Ma ad oggi, esistono molte alternative al nucleare tra le fonti a basso inquinamento e un po’ tutti i governi del mondo se ne stanno rendendo conto. Inoltre, anche nel nucleare, stanno prendendo piede nuove tecnologie.

La Rolls Royce ha costruito mini-reattori assai affidabili, impiegati nei sottomarini da anni, e la Cina ha realizzato un piccolo reattore nucleare, chiamato Nimble Dragon, che verrà probabilmente commercializzato entro due anni. Anche Westinghouse e Babcock & Wilcox, negli Stati Uniti, stanno sviluppando i propri mini-reattori. I cosiddetti SMR (piccoli reattori modulari) hanno tipicamente una capacità di meno di 300 MW, sufficienti per fornire energia a circa 200.000 abitazioni.

Nell’era post-Fukushima una combinazione di costi enormi e paure pubbliche, stanno scavando la fossa alle grandi centrali nucleari, anche in paesi che ne erano entusiasti sostenitori, come la Cina.

Questo non significa che l’energia nucleare morirà, ma che nel suo futuro dovrà esserci maggiore flessibilità, economicità e sicurezza perché possa continuare, insieme alle energie rinnovabili, a contribuire al mix energetico indispensabile all’insaziabile fame di energia di tutta l’umanità.

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