La Cina mette in cassaforte 10.000 tonnellate di tungsteno

Lo stato cinese si accinge a comprare una quantità record di tungsteno, per iniziare a metter al sicuro questo metallo raro, considerato strategico per lo sviluppo dell’industriale nazionale.

La Cina ha deciso di iniziare un programma di stoccaggio per uno dei metalli rari ritenuti più strategici per molte industrie mondiali: il tungsteno. Il primo atto del programma sarà l’acquisto di 10.000 tonnellate da un importante produttore di concentrato di tungsteno, cioè tungsteno in forma minerale. 

Le riserve minerarie cinesi di questo metallo raro, sono drasticamente diminuite nel corso degli ultimi anni. Infatti dal 2003 al 2011 sono passate da 4,2 milioni di tonnellate a 1,9 milioni di tonnellate, un decremento di oltre il 50%. Il programma di stoccaggio prevede un acquisto iniziale dalla Cina Minmetals, il più grande produttore cinese di tungsteno, che corrisponde alla quantità prodotta dalla Cina in un mese.

La conseguenza di un acquisto tanto grande sarà molto probabilmente una grossa carenza di minerale di tungsteno e una crescita dei prezzi. Nel corso della scorsa settimana, i prezzi del minerale, wolframite con purezza al 65%, sono passati da 20,54 dollari per tonnellata a 20,86 dollari per tonnellata. Già da più di un mese, i prezzi del tungsteno si sono infiammati e i venditori hanno avanzato richieste significativamente più elevate rispetto ai mesi scorsi. Alla fine del mese di novembre i prezzi erano di circa 18,79 dollari a tonnellata, un livello del 30% più alto di soli due mesi prima.

Quasi tutte le fonderie di tungsteno, vista l’eccezionale crescita delle quotazioni, hanno preferito sospendere gli acquisti in attesa di capire come si muoverà il mercato nelle prossime settimane.

Il tungsteno è indispensabile per tutti gli utensili per il taglio dell’acciaio e le applicazioni industriali che verrebbero danneggiate dalla mancanza di questo metallo sono le più disparate e tra le più importanti per il mondo occidentale: attrezzature per la perforazione petrolifera e mineraria, leghe per armamenti, superleghe per le turbine, raggi-X, impianti per la fusione nucleare, penetratori ad energia cinetica come alternativa all’uranio impoverito e altre ancora.

Poichè la Cina produce circa l’85% del tungsteno mondiale, la preoccupazione maggiore degli acquirenti esteri è di vedere materializzarsi l’incubo di una carenza di tungsteno a livello globale.

Le nazioni più colpite da uno scenario di scarsa disponibilità sono Stati Uniti, Europa e Giappone, che consumano il 55% del tungsteno mondiale. Se si aggiunge che, da qualche anno, il governo di Pechino ha messo in atto restrizioni alle esportazioni e una maggior severità nel concedere permessi minerari, si può comprendere quali sono i rischi che stanno correndo tutte le industrie al di fuori della Cina.

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