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Intervista con Knut Andersen, in vista della conferenza italiana sui metalli rari

Non esistono molte occasioni per sentir parlare qualche esperto su un argomento così di nicchia come quello dei metalli rari. Knut Andersen, durante la sua ultima visita a Milano ci ha concesso un’intervista a riguardo.

Nel nuovo mondo globalizzato, l’high-tech svolge un ruolo essenziale e spesso non ci si rende conto che dietro le quinte di questo settore esistono alcune persone che, o per competenze o per il loro potere economico, ne influenzano il destino anche solo perché controllano in qualche modo i materiali indispensabili per realizzare i dispositivi tecnologici.

Nel caso di Knut Andersen, esperto di metalli rari e direttore della Swiss Metal Assets che offre a investitori privati e istituzionali l’acquisto fisico di questi metalli, parliamo di un personaggio che nel settore minerario è molto conosciuto anche come speaker durante le  principali conferenze mondiali sull’argomento. L’ultima delle quali è stata la Hard Assets Investment Conference, a San Francisco. Abbiamo approfittato del suo arrivo a Milano per intervistarlo.

Mr. Andersen, come sta andando il mercato dei metalli rari e quali impatti ha subito dalla crisi globale?

“Nel complesso la domanda di metalli rari mondiale non ha subito flessioni dal rallentamento industriale degli ultimi mesi anche se, prendendo in esame specifici metalli, per esempio le terre rare, le quotazioni hanno avuto delle contrazioni. Anche perché, sempre parlando di terre rare, i prezzi erano saliti in poco più di un anno di dieci volte il loro valore iniziale e quindi una correzione oltre che salutare era nelle attese. Per quanto riguarda gli altri metalli rari abbiamo visto il tungsteno continuare a salire, così come per esempio il renio e il litio. Altri metalli, più vicini ai metalli industriali come il cobalto, sono a livelli di prezzi molto bassi e molti osservatori credono siano buone opportunità di acquisto. Certamente, genericamente parlando, mentre i metalli industriali hanno seguito il rallentamento dell’economia mondiale con una discesa dei prezzi, i metalli rari si sono mossi con una correlazione diversa.”

Cosa vi aspettate per il prossimo anno?

“I segnali che provengono dagli Stati Uniti da alcuni settori, per esempio quello automobilistico, sono abbastanza incoraggianti e fanno pensare che la domanda per molti metalli aumenterà. Inoltre dai paesi emergenti la domanda di metalli rari per la produzione di beni tecnologici è in costante e progressivo aumento e le previsioni per il prossimo anno seguono questo trend. Dalle informazioni in nostro possesso, il monopolio della Cina per la produzione di molti metalli rari, terre rare comprese, le consentirà di continuare a dominare il mercato, mettendo sotto pressione i paesi occidentali che, al momento, rimangono ancora fortemente dipendenti dalle importazioni cinesi.”

Pensa che il mercato italiano sia maturo per investire nei metalli rari?

“Siamo presenti in Italia da poco meno di un anno e l’interesse che abbiamo riscontrato è molto alto. Gli investitori italiani sono ben informati e sono ben consapevoli che la crisi dell’euro zona comporta gravi rischi per la sicurezza degli investimenti e che per difendersi dall’inflazione e da eventi catastrofici il miglior rifugio è nei beni fisici e reali come lo sono l’oro, l’argento e i metalli rari. Comprare metalli rari e custodirli in Svizzera è un’opzione che incontra il favore di molti investitori, così come ormai da anni avviene nei paesi anglosassoni.”

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