Un’inflazione al 40.000 percento? Provate a vivere in Venezuela…

Tra gli economisti si discute quanto sia difficile misurare l’iperinflazione. Tra i venezuelani, invece, si discute di come riuscire a vivere con uno stipendio che basta appena a comprare mezzo hamburger.

Quando si sente parlare di iperinflazione, la maggior parte delle persone non riesce a rendersi conto di cosa significhi. Non perchè manchi loro la conoscienza economica e finanziaria del fenomeno, ma semplicemente perchè è al di fuori della portata della loro esperienza vissuta.

Un po’ come avviene quando si parla di patrimoni personali di miliardi di dollari o di distanze nello spazio di centinaia di migliaia di anni luce. Sono quantità che sfuggono all’esperienza diretta di chiunque e, quindi, molto più difficili da comprendere.

Oltre l’immaginazione

Così avviene con l’iperinflazione, impossibile da immaginare per chiunque, tranne per chi vive in Venezuela, dove il 30 maggio scorso ha superato il 25.000%. Ma, solo un giorno dopo, il 31 maggio, già era al 27.364%.

Le misurazioni fatte dal professor Steve H. Hanke, della Johns Hopkins University (Stati Uniti), sono più del doppio delle previsioni fatte dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e riferite alla fine di quest’anno. Una dimostrazione di quanto sia difficile per gli economisti prevederne l’andamento, anche solo per un mese. Infatti, le iperinflazioni sono del tutto instabili e imprevedibili.

Ma, se per gli economisti l’iperinflazione è una brutta gatta da pelare, per chi vive in paese che ne è colpito la cosa diventa a dir poco drammatica, come ben sanno i venezuelani.

Un mese di lavoro per comprare mezzo hamburger

Secondo un recente sondaggio condotto da Euronews, l’inflazione in Venezuela avrebbe addirittura toccato la soglia del 40.000%. Con quello che è lo stipendio minimo per un mese di lavoro (5.200.000 bolivares) è possibile acquistare 5 tazzine di caffè o mezzo hamburger. D’altronde, 5.200.000 bolivares corrispondono, al mercato nero, a circa 1,30 euro.

Mentre l’iperinflazione sta devastando il Venezuela, il Presidente Nicolás Maduro incolpa di tutto l’opposizione e una congiura delle multinazionali americane, rifiutandosi di ricevere aiuti internazionali e continuando a stampare denaro. In realtà, la crisi del paese è stata provocata dalla caduta dei prezzi del petrolio e dalle politiche economiche socialiste di Maduro che, tra i tanti errori, ha anche deciso di fissare il prezzo di alcuni beni al di sotto del loro costo di produzione.

Per fortuna, esiste ancora qualcosa di straordinariamente economico: la benzina.

È possibile fare il pieno del serbatoio di un’automobile di classe media per soli 200 bolivares. Praticamente 6.000 volte più economico che comprare una tazzina di caffè. Peccato che dare la mancia al benzinaio costi molto di più del pieno di benzina!

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