Facciamo il punto sui prezzi del rame…

Una panoramica dei principali fattori che hanno mosso il mercato del rame nel primo trimestre del 2018 e cosa attendendersi per il resto dell’anno.

I prezzi del rame hanno avuto un inizio dell’anno abbastanza negativo, con un calo di oltre il 6% nei primi tre mesi del 2018. A fine marzo le quotazioni erano di 6.683 dollari per tonnellata.

L’aumento delle preoccupazioni geopolitiche, l’aumento delle scorte di magazzino e una domanda cinese più debole, hanno messo sotto pressione i prezzi. Nonostante questo, gli analisti restano cautamente ottimisti riguardo al futuro del metallo rosso e si aspettano che i prezzi aumentino nei prossimi mesi.

Ad inizio gennaio, le cose non sembravano mettersi tanto male e i prezzi avevano raggiunto 7.202 dollari, il picco del trimestre, grazie al dollaro americano debole e alle aspettative ottimistiche circa la domanda cinese. Ma, a marzo, le quotazioni hanno toccato il loro punto più basso, 6.499 dollari per tonnellata, con un dollaro più forte e un aumento delle scorte di magazzino.

Le dinamiche dell’offerta

L’anno scorso, il mercato era concentrato sulle interruzioni delle forniture delle miniere di rame. I fermi della miniera di Escondida (Cile) e di Grasberg (Australia) hanno fatto scendere la produzione mondiale di una quantità compresa tra il 5 e il 7 percento.

Anche se nel 2018 ci sono minacce di sciopero in diverse miniere, gli analisti ritengono che l’offerta globale crescerà. Quest’anno, molte miniere esistenti stanno riavviando la produzione, oltre a nuovi impianti come il progetto Cobre Panama della First Quantum.

A parte la produzione di Glencore nello Zambia, di Norlisk Nickel in Russia e la produzione di alcune miniere in Australia e Africa, ci si aspetta una crescita in Perù e un rimbalzo in Cile.

Secondo FocusEconomics, quest’anno, il mercato rimarrà in deficit, mentre per GFMS Thomson Reuters ci sarà un surplus di 100.000 tonnellate.

Le dinamiche della domanda

In termini di domanda, tutti gli occhi sono puntati sulla Cina, il principale consumatore di rame del mondo. Secondo FocusEconomics, il paese sta rallentando, con una crescita soddisfacente della domanda di rame nel secondo trimestre, ma con un leggero rallentamento nella seconda metà, a causa principalmente del settore immobiliare.

Anche così, il quadro generale non è particolarmente negativo. La crescita complessiva dei consumi sta crescendo, sebbene ancora non a livelli alti, ma sarà in ogni caso leggermente superiore rispetto al 2017. Il miglioramento è previsto negli Stati Uniti, il secondo maggior consumatore al mondo di rame, in Brasile e in India. In Brasile la domanda è in ripresa dopo cinque anni consecutivi di calo.

…i prezzi dove andranno?

Per gli investitori del metallo rosso, nei prossimi mesi, ci saranno molti fattori da non perder di vista.

Innanzitutto il rischio di una guerra commerciale, che potrebbe tradursi in freno della crescita economica globale.

Ma anche altri fattori geopolitici, come l’escalation delle ostilità tra la Russia e l’Occidente, potrebbero avere un impatto significativo sul mercato. Inotre, non vanno dimenticati il dollaro e la politica monetaria della FED americana, nonchè la riforma del settore finanziario in Cina.

Tutto ciò considerato, secondo FocusEconomics, il prezzo medio del rame per il secondo trimestre 2018 sarà di 6.825 dollari per tonnellata. Ma c’è qualcuno ancora più ottimita, come ING Commodities, che prevede un rimbalzo del rame, con un prezzo medio di 7.000 dollari nel secondo e nel terzo trimestre di quest’anno.

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