ENI in vendita per pagare il debito pubblico dell’Italia?

È arrivato il momento di vendere il più prezioso tra i tesori di famiglia del paese? Da alcune notizie trapelate sembrerebbe di si. L’Italia potrebbe vendere l’ENI…

Secondo alcune voci riportate in questi giorni dalla Reuters, il colosso italiano dell’energia ENI potrebbe essere messo in vendita per pagare il debito pubblico.

Infatti, il Tesoro italiano possiede una quota del 4,34% di ENI, mentre Cassa Depositi e Prestiti (l’80% della quale è proprietà statale) ne possiede il 25,76%. Il prezzo di tutta la partecipazione non è ancora stato determinato, tanto più che i funzionari di Roma hanno rifiutato di commentare la notizia. Tuttavia, l’idea è quella di vendere il più presto possibile, per ridurre il debito pubblico con il minor impatto politico possibile.

L’ENI, per chi non lo sapesse, è una multinazionale, creata dallo Stato italiano nel 1953 sotto la presidenza del compianto Enrico Mattei. È presente in circa 90 paesi con più di 78.000 dipendenti ed è il sesto gruppo petrolifero mondiale per giro d’affari. Secondo le ultime classifiche di Forbes e Fortune500, è la più grande azienda italiana nel mondo.

Negli ultimi anni, tutte le compagnie petrolifere, ENI compreso, hanno affrontato grosse difficoltà finanziarie

Negli ultimi anni, tutte le compagnie petrolifere, ENI compreso, hanno affrontato grosse difficoltà finanziarie a causa dei prezzi del greggio scesi a circa 50 dollari al barile rispetto agli oltre 100 dollari degli anni antecedenti al 2014. I dividendi che gli azionisti percepivano sono progressivamente scesi (l’ENI è stata la prima a ridurre i dividendi nel 2015) e qualcuno, la BP e la Statoil, aveva iniziato a pagare i propri azionisti con obbligazioni, cioè con il patrimonio netto al posto del denaro.

Ma oggi i tempi sono cambiati e, grazie a significativi tagli di costi e importanti ristrutturazioni finanziarie, le major del petrolio hanno compiuto molti progressi. Tant’è che sia BP che Statoil hanno recentemente annunciato che i prossimi dividendi saranno in denaro.

Tornando all’Italia, c’è da dire che i problemi di flusso di cassa del governo sono più cronici che correlati con lo stato di salute dei mercati energetici mondiali. Come ben sappiamo, insieme a Grecia e Spagna, il paese ha avuto una bassa crescita economica e un’alta disoccupazione dopo la crisi mondiale del 2008.

Ma adesso, l’obiettivo finanziario del governo per il 2017 è di tagliare di 3,4 miliardi di euro il debito pubblico (circa il 130% del PIL), ma i ritardi e le difficoltà nel trovare i fondi necessari sembrano spingere verso la vendita delle quote che lo Stato detiene in ENI.

Se fosse ancora vivo, sarebbe interessante sapere cosa direbbe a riguardo Enrico Mattei

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