Energie rinnovabili al 100%, un sogno che non si avvererà mai

Liberando il campo dalle illusioni, tra cui le energie rinnovabili, è più facile rendersi conto di quanto sia drammatica la situazione energetica mondiale.

Molte persone credono che la nostra economia di 7,5 miliardi di persone, prima o poi, sarà in grado di andare avanti senza combustibili fossili ed energia nucleare.

Purtroppo, una cosa del genere, per quanto desiderabile, è piuttosto impossibile da raggiungere e, l’illusione che ciò possa avvenire, distoglie l’attenzione dai problemi energetici più concreti e reali. Come il fatto che i progressi che stanno facendo l’eolico e il solare sono estremamente lenti, nonostante gli ingenti finanziamenti di cui godono.

Nel 2015, i combustibili fossili hanno rappresentato l’86% del consumo di energia di tutto il mondo, mentre il nucleare il 4% (BP Statistical Review of World Energy). Le fonti rinnovabili hanno rappresentato solo il 10%, con eolico e solare a meno del 2%.

Non si può certo dire che ci stiamo allontanando dalla dipendenza dai combustibili fossili. Nel 1985, i combustibili fossili costituivano l’89% del totale quindi, in circa 30 anni, abbiamo ridotto l’uso di combustibili fossili del 3%. Di questo passo, ci vorranno 860 anni per sganciarci dai combustibili fossili, continuando a fornire enormi sussidi per le rinnovabili fino al 2877.

Possiamo vedere le cosa sotto un luce migliore esaminando soltanto l’energia elettrica, per la quale l’eolico è pari al 3,5% e il solare all’1,1%, per un totale del 4,6%. I combustibili fossili rappresentano soltanto il 66% del totale.

Se vogliamo un’economia basata sulle fonti rinnovabili, avremo bisogno di spostarci verso l’energia elettrica, cosa che ci renderebbe pericolosamente dipendenti dalla rete elettrica.

Inoltre, quando si prendono in considerazione i costi dell’energia eolica e solare si tende ad avere un’impressione fuorviante del loro costo reale. Se i costi di installazione delle turbine eoliche e dei pannelli solari sono abbastanza economici, la trasmissione a lunga distanza, il magazzinaggio e il mantenimento di sistemi di backup per l’energia elettrica, rendono i costi di gran lunga superiori a quanto si pensi.

Non si può certo dire che ci stiamo allontanando dalla dipendenza dai combustibili fossili

Trasformare energia eolica, o solare, in energia elettrica per distribuirla, tenendo conto che le richieste dei consumatori domestici sono più alte d’inverno e più basse in estate, non è per niente economico. Inoltre, l’utilizzatore finale domestico non avrà mai convenienza nell’adottare energia elettrica per il riscaldamento domestico.

È vero, ci sono alcuni paesi che utilizzano una grande percentuale di elettricità nei loro mix energetici. La Svezia raggiunge il 72,7%, la Norvegia il 69,5%, la Finlandia il 59,9% e la Svizzera il 57,5% (BP Statistical Review of World Energy). Ma si tratta di tutti paesi che hanno una bassa popolazione e fonti importanti di energia idroelettrica, casi particolari molto difficili da emulare per le altre nazioni del mondo. Senza dimenticare che anche l’energia idroelettrica soffre del problema dell’intermittenza: generalmente disponibile in quantità più alte in primavera (piogge e disgeli) e spesso molto più basse durante il resto dell’anno.

Tutti problemi che continuano a fornire buone ragioni per utilizzare i combustibili fossili e nucleari.

Anche se molte persone credono che ci sia il rischio di rimanere senza combustibili fossili, o che il prezzo del petrolio possa raggiungere livelli troppo alti, il vero problema energetico per tutti noi è un altro: la convenienza. Cioè, i prezzi dell’energia non aumentano in modo sufficiente a coprire l’aumento dei costi di produzione dell’energia elettrica e degli altri prodotti energetici. L’aggiunta di energia eolica e solare tende a peggiorare il problema.

In poche parole, i consumatori possono acquistare solo ciò che i loro stipendi perme loro di acquistare. Certo, indebitandosi è possibile spostare questo limite, ma non per sempre. Di conseguenza, la mancanza di crescita dei salari si traduce in una mancanza di crescita dei prezzi delle materie prime, anche se il costo di produzione aumenta.

Questo è l’opposto di quello che la maggior parte delle persone si aspetta: l’energia di picco verrà da prezzi bassi per tutti i tipi di prodotti energetici, tra cui l’uranio. Prezzi bassi della materia prima, ma che per il consumatore si traducono in un aumento dei costi della sua bolletta energetica dal momento che è sempre più difficile e costoso estrarre carbone o petrolio. Se l’aumento dei costi si traducesse anche in un aumento dei salari l’economia continuerebbe a crescere, ma non è questo il caso.

Purtroppo la situazione energetica mondiale è abbastanza drammatica, perché sembra essere senza soluzione. Di certo, adesso che conosciamo quanto sia costoso, sarebbe meglio cominciare a smettere di credere che tutto ciò che è rinnovabile sia utile per il sistema. I politici stanno usando l’argomento delle energie rinnovabili come un placebo che ci fanno pagare a caro prezzo, cercando di convincere le persone che si stia facendo qualcosa di concreto che potrà migliorare il problema climatico.

Sfortunatamente non è così: il problema energetico è del tutto fuori controllo e non rendersene conto ci impedisce di fare almeno qualche tentativo per cercare delle possibili soluzioni.

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