Energia nucleare: attese positive per i prezzi dell’uranio

Mentre l’Occidente sta riconsiderando le proprie politiche energetiche sul nucleare, il resto del mondo non sembra muoversi nella stessa direzione.

Perciò molti analisti pensano che il mercato dell’uranio abbia davanti a sè prospettive positive, soprattutto per la forte domanda che arriverà dalla costruzione di nuovi reattori in Russia, Cina e India. Per i prossimi due decenni, questi paesi hanno già pianificato la realizzazione di 95 reattori.

L’Australia, paese ricco di uranio, sta rafforzando l’alleanza commerciale con l’India, paese affamato di nuove fonti energetiche. Per far fronte alle proprie carenze energetiche e per sostenere lo sviluppo della produzione industriale, l’India prevede di costruire centrali nucleari con l’obbiettivo di generare l’8% del proprio fabbisogno energetico dall’energia nucleare entro il 2030. Ad oggi, l’energia nucleare contribuisce per il 2,3% al fabbisogno energetico nazionale.

Ma nel breve termine i prezzi dell’uranio rimangono deboli. Il prezzo spot dell’uranio (U3O8) è sceso a 43,50 dollari per libbra, con una discesa di 2,25 dollari per libbra in una sola settimana. Secondo gli analisti la causa è la volontà da parte di molte aziende di vendere in vista della chiusura dell’anno.

La AREVA, gigante dell’uranio, ha annunciato la sospensione del progetto della miniera di Trekkopje, in Nabibia, proprio a causa dei prezzi troppo bassi del metallo. Il progetto potrà ripartire solo quando l’uranio supererà i 75 dollari per libra.

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