Dalle materie prime arriva un pò di ottimismo

Dalle materie prime arriva un pò di ottimismo. Oro, petrolio e rame danno qualche segnale di ripresa che fa ben sperare.

Le materie prime hanno mostrato segnali di crescita, grazie ai dati sulla crescita economica in Cina per il secondo semestre, che hanno rispettato le attese. Metalli, borse azionarie e petrolio mostrano segnali di ripresa. La speranza degli investitori è che Pechino si prepari ad un ulteriore allentamento monetario, per stimolare l’economia cinese. Tra le misure di stimolo, è attesa una richiesta costante di materie prime. Il PIL cinese per il secondo trimestre ha raggiunto il 7,6%, il tasso più basso da 3 anni. Perciò gli analisti si attendono il terzo intervento di quest’anno, da parte di Pechino, per stimolare la crescita interna entro fine anno.

Certamente i rischi di ribasso restano. I problemi finanziari europei rimangono irrisolti, Moody ha appena declassato i bond dell’Italia a Baa2 (da A3) con outlook negativo e la fiducia dei mercati verso il paese è sempre più traballante. Secondo Moody, la lenta crescita, accompagnata da un alto tasso di disoccupazione, aumenta il rischio che il governo italiano non rispetti gli obbiettivi di risanamento del bilancio.

Petrolio – Gli Stati Uniti hanno intensificato l’embargo del petrolio iraniano, individuando 58 navi della National Iranian Tanker Company che erano state utilizzate per eludere i blocchi. L’Iran avrà maggiori difficoltà dell’aggirare le sanzioni. A seguito di questi eventi, il prezzo del petrolio potrebbe salire.

Rame – Il progetto da 30 miliardi di dollari nel sud dell’Australia, della BHP Billiton, per l’espansione dell’estrazione di rame (ma anche di oro e uranio), deve affrontare forti opposizioni per le preoccupazioni ambientali. Sono attese delle manifestazioni di protesta nei prossimi giorni.

Oro – Molti investitori sono a caccia del metallo giallo per delle ricoperture a breve termine. Commerzbank ha avvisato gli investitori che “ci sono rischi a lungo termine di inflazione, a causa delle politiche monetarie di stampare carta-moneta, perseguite dalle banche centrali di tutto il mondo. L’oro continua ad essere uno strumento interessante per proteggere il proprio capitale contro l’inflazione”. Anche se l’oro sta aumentando (1.581 dollari  l’oncia), alcuni investitori, tra i quali gli indiani, sono meno interessati a comprare metallo giallo proprio a causa dell’aumento dei prezzi.

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