Cresce la domanda di terre rare, grazie a prezzi più contenuti

Il mercato delle terre rare è stato molto volatile negli ultimi anni. I prezzi più contenuti, raggiunti negli ultimi mesi, potrebbero aiutare la crescita della domanda mondiale per questi metalli indispensabili a moltissime industrie.

La domanda globale di terre rare in Cina, durante il primo trimestre di quest’anno, è cresciuta a causa dei bassi prezzi raggiunti. Molti produttori nazionali hanno da tempo segnalato che la loro attività nell’ultima parte del 2012, ha prodotto soltanto perdite.

Secondo i dati forniti dall’Amministrazione delle Dogane, le esportazioni di terre rare è aumentata del 55% in marzo rispetto al mese precedente. Il volume delle esportazioni dei primi tre mesi del 2013 è cresciuto del 47,3%, raggiungendo le 3.916 tonnellate. È invece diminuito il valore delle esportazioni del 71%.

Il calo dei prezzi delle terre rare, avvenuto nel 2012, ha spinto molti clienti stranieri ad accelerare l’acquisto di metalli, anche perché avevano esaurito le proprie scorte. Il calo della domanda cinese ed estera non sembra fermarsi e alcuni osservatori credono che le quotazioni potrebbero subire ancora una flessione.

Secondo Chen Jiazuo, analista della China Nonferrous Metals Information Network, sono stati necessari circa due anni perché i prezzi potessero sgonfiarsi rispetto ai massimi, ma non hanno ancora raggiunto i minimi degli ultimi dieci anni.

Le terre rare, che comprendono 17 metalli tra i quali lantanio e disprosio, sono utilizzate in molti prodotti tecnologici, compresi i sistemi missilistici. Costituiscono una piccola parte dei metalli rari, che negli ultimi mesi hanno invece avuto un andamento delle quotazioni completamente diverso. La Cina fornisce più del 90% delle terre rare del mondo, e ha quasi un terzo delle riserve mondiali conosciute.

Il più grande produttore cinese di terre rare, Baotou Steel Rare-Earth Hi-Tech, ha registrato un fatturato di 1,51 miliardi di yuan, in calo del 19% rispetto allo scorso anno. L’azienda ha ripreso la produzione dal 23 febbraio, dopo un fermo di quattro mesi a causa dei prezzi troppo bassi.

L’eccessiva crescita dei prezzi durante il 2011, aveva messo in difficoltà molte imprese che si trovano a valle dei produttori di terre rare. Il riequilibrio dei prezzi potrebbe essere benefico per il rilancio della domanda di questi metalli.

I prezzi più bassi delle terre rare, non hanno ridotto la tensione internazionale sul controllo di questo mercato, sempre saldamente in mani cinesi. Se i produttori cinesi dovessero interrompere o contingentare la produzione di questi rari elementi, come strumento per attuare una concorrenza sleale verso le aziende estere o soltanto perché i prezzi non fossero essere più convenienti, le industrie occidentali piomberebbero in uno dei peggiori incubi immaginabile. La mancanza di terre rare, impedirebbe la produzione di dispositivi vitali all’esistenza della nostra moderna società: difesa, comunicazioni, elettronica, dispositivi medicali, centrali energetiche, tecnologie rinnovabili, dispositivi di alimentazione per veicoli.

Gli investitori, stanno monitorando con grande interesse questo mercato, poiché i livelli di prezzo raggiunto dalle terre rare potrebbero costituire una occasione di acquisto conveniente per questi metalli considerati indispensabili e strategici per moltissime industrie mondiali.

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