Continua la discesa delle materie prime

I dati positivi dell’economia americana deprimono le quotazioni delle principali materie prime che, secondo molti analisti, non promettono nulla di buone per i prossimi mesi.

Anche la pubblicazione sui dati dell’occupazione americana, inaspettatamente positivi (204.000 occupati in più nel corso di un solo mese), sono un motivo di discesa per le quotazioni delle materie prime.

I prezzi di oro, argento, rame e petrolio scendono sui timori che la Federal Reserve americana (FED) decida di interrompere o indebolire il programma di stimolo all’economia prima di quanto previsto.

Molti analisti sono convinti che le probabilità che la FED termini di aiutare l’economia americana nel corso di quest’anno siano aumentate in modo significativo.

L’oro ha toccato i 1.293 dollari per oncia, il livello più basso delle ultime tre settimane al COMEX (Commodity Exchange) e, in una sola settimana, ha perso l’1,5%, mentre da inizio anno la perdita è stata del 22%.

I futures dell’argento, per consegna a dicembre, hanno toccato i 21,46 dollari per oncia.

Le quotazioni del rame sono scese a causa del rafforzamento del dollaro. A New York i futures del rame, con consegna a dicembre, sono scesi a 3,23 dollari per libbra. Tuttavia, nella parte finale della sessione, c’è stato un recupero dovuto alla pubblicazione di dati positivi circa l’aumento delle importazioni cinesi di rame nel corso del mese di ottobre. Infatti, la Cina ha aumentato del 26% le importazioni di rame rispetto all’ottobre 2012.

I prezzi del rame al London Metal Exchange (LME) sono arrivati a  7.165 dollari per tonnellata.

Anche i prezzi del petrolio (Brent) si sono avvicinati ai livelli più bassi da inizio luglio ad oggi, raggiungendo i 103 dollari al barile, anche a causa del probabile accordo tra le nazioni occidentali e l’Iran sul suo programma nucleare, che implicherebbe il rientro in gioco delle ingenti quantità di petrolio iraniano.

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