Conflitto in Yemen. Inizierà un incubo per il mercato del petrolio?

La battaglia per il controllo del più importante porto petrolifero dello Yemen potrebbe decidere le sorti della guerra. Ma con conseguenze quasi certamente drammatiche…

Lo Yemen dista dall’Italia quasi 5.000 chilometri. Una distanza più che sufficiente per non preoccuparci minimamente di quello che sta succedendo da quelle parti. In fondo, a parte vendere armi all’Arabia Saudita, perchè mai dovremmo interessarci ad un conflitto dalle conseguenze imprevedibili e probabilmente drammatiche in tutto il Medio Oriente?

Lasciando da parte il sarcasmo e l’ignavia italica, la coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, ha iniziato l’attacco militare al porto yemenita di Hodeidah.

La battaglia per il porto di Hodeidah

Questa operazione militare, molto probabilmente, deciderà l’esito della guerra civile in corso tra il governo yemenita internazionalmente riconosciuto e i ribelli Houthi, che sono sostenuti dall’Iran e dagli Hezbollah. Tuttavia, è improbabile che possa porre definitivamente termine alla guerra. Infatti, gran parte dello Yemen è ancora sotto il controllo degli Houthi e altre zone sono controllate da Al Qaeda.

Mentre il mondo arabo sta facendo pressione perché Hodeidah non venga attaccata, con le organizzazioni umanitarie preoccupate per le conseguenze per i civili, l’Arabia Saudita e i suoi alleati considerano l’azione militare l’unica soluzione per stroncare la minaccia degli Houthi.

Per la fornitura di cibo a milioni di yemeniti, uno scontro militare a Hodeidah avrà conseguenze drammatiche. Infatti, si tratta del porto principale per gli arrivi degli aiuti umanitari internazionali.

Ma l’Arabia Saudita vede le cose in altro modo. Pensa che il porto sia un’ancora di salvezza per le forze ribelli Houthi, che riceverebbero rifornimenti militari dall’Iran via mare.

Secondo le Nazioni Unite, un combattimento urbano a Hodeidah metterà in pericolo la vita di 250.000 persone.

Europa e Stati Uniti su posizioni diverse

Mentre i governi europei sono molto critici nei confronti delle operazioni della coalizione saudita, gli Stati Uniti sono sempre più coinvolti. Tant’è che l’Arabia Saudita ha dichiarato apertamente che non attaccherà Hodeidah senza il supporto degli Stati Uniti.

Anche se per Bruxelles e Washington lo Yemen non è un problema importante, per l’industria petrolifera una battaglia a Hodeidah scatenerebbe un vero incubo.

Il conflitto in questa area del mondo, rappresenta una minaccia per le rotte marittime internazionali. Gli Houthi hanno attaccato diverse volte il traffico marittimo nel Mar Rosso e nella zona di Aden, usando missili iraniani. Inoltre, negli ultimi anni, il Corno d’Africa ha subito un processo di progressiva militarizzazione da parte degli Emirati Arabi Uniti, della Turchia, del Qatar, della Cina e persino dell’Iran. Tutti questi paesi stanno allestendo basi militari e sulla regione incombe uno scenario da giorno del giudizio.

Questo tratto di mare è la più importante rotta marittima del mondo. Considerando i volumi di petrolio e gas, oltre 3,4 milioni di barili al giorno di petrolio e oltre il 12% del GNL globale (gas naturale liquefatto), la sua eventuale chiusura sarebbe disastrosa per i mercati europei e statunitensi. Una simile eventualità costringerebbe le petroliere a navigare intorno all’estremità meridionale dell’Africa, con ritardi di settimane e un aumento dei costi.

Una battaglia a Hodeidah non è solo una minaccia per lo Yemen e la sua popolazione, ma anche per tutta l’economia globale.

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