Cipro e i rinnovati timori per l’eurozona

Le preoccupazioni per una possibile bancarotta di Cipro spinge i prezzi dell’oro verso l’alto e i prezzi di altre materie prime verso il basso. Dopo Cipro sarà il turno di Italia, Spagna e Portogallo?

La piccola isola di Cipro ha influenzato negativamente tutti i mercati mondiali, a causa di un controverso accordo sulla tassazione dei conti bancari in cambio del salvataggio delle banche locali da parte dell’Unione Europea.

I prezzi dell’oro, tradizionale bene rifugio, ne hanno beneficiato mentre i prezzi di ramepetrolio sono stati spinti verso il basso.

L’euro ha reagito rinforzandosi, lasciando intendere che un uscita di Cipro dall’Europa potrebbe essere un fatto positivo per l’economia di tutta l’eurozona.

Le preoccupazioni più grandi sono riferite alla Spagna, all’Italia e al Portogallo che potrebbero seguire l’esempio cipriota, sottoponendo i cittadini ad un prelievo forzoso se le necessità di fare cassa diventassero impellenti. L’opinione pubblica di questi paesi è rimasta sconvolta dalle scene televisive dei cittadini ciprioti in fila, per prelevare i contanti dai bancomat di tutti gli istituti di credito dell’isola.

Oltre ai timori per l’area euro, gli investitori sono preoccupati per l’annuncio della Federal Reserve (FED) americana che continuerà ad acquistare bond, al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese. Tali acquisti potrebbero innescare l’inflazione e rilanciare l’oro come strumento di difesa dall’aumento dei prezzi. L’oro è considerato un bene rifugio da detenere in periodi di crisi economica o politica.

La FED ha rivisto le previsioni di crescita americana in peggio: il PIL degli Stati Uniti nel 2013 raggiungerà il 2,8%, anziché il 3% come precedentemente previsto. Purtroppo, leggendo queste previsioni di crescita dall’Italia, ci sentiamo sempre più lontani dai paesi che dominano l’economia mondiale.

METALLIRARI.COM © RIPRODUZIONE RISERVATA