La Repubblica Centrafricana non produce più diamanti insanguinati?

Alla Repubblica Centrafricana è stato vietato esportare diamanti nel 2013, dopo il colpo di stato che ha rovesciato il governo esistente. Da allora, il paese sta lottando per non essere considerato un produttore di diamanti insanguinati.

Quindici anni dopo l’applicazione degli accordi di Kimberley, la Repubblica Centrafricana è ancora alle prese con il problema di riuscire a vendere sul mercato pietre preziose che non provengano da aree di guerra o estratte violando i diritti umani.

Per i non addetti ai lavori, gli accordi internazionali di Kimberley del 2000 hanno definito un processo di verifica e controllo sulla provenienza dei diamanti.

Le pietre preziose della Repubblica Centrafricana sono state vietate nel 2013, dopo che un colpo di stato aveva rovesciato il governo in carica. Da allora, il paese ha cercato in molti modi di cambiare il suo status di produttore di diamanti insanguinati, oltre che di un paese dilaniato dalla guerra.

Il 20% della popolazione vive grazie ai diamanti

Il problema ha assunto connotazioni drammatiche poiché molte famiglie fanno affidamento sull’attività mineraria artigianale per poter sopravvivere. Se l’estrazione di diamanti dovesse cessare, più del 20% della popolazione del paese più povero del mondo non avrebbe alcun mezzo di sussistenza.

Tuttavia, nel 2016, il divieto per i diamanti della Repubblica Centrafricana è stato parzialmente revocato. Le 81 nazioni partecipanti agli accordi di Kimberley, hanno autorizzato il governo a vendere gemme recuperate da cinque “zone verdi” approvate. Le aree interessate dovevano essere monitorate dal governo eletto in quell’anno, per certificare i diamanti e la loro provenienza.

Tuttavia, secondo gli esponenti del nuovo governo, il paese avrebbe bisogno di maggiore aiuto per gestire i controlli più diffusamente.

Il decimo produttore del mondo… anni fa

Prima dell’embargo del 2013, il paese era il 10° produttore mondiale di diamanti, con la stragrande maggioranza delle pietre preziose estratte della migliore qualità. Il settore rappresentava la maggiore esportazione del paese, con una capacità produttiva annuale stimata in 840.000 carati e un picco di vendite pari a 62 milioni di dollari (2012).

Ad oggi, la situazione è cambiata drasticamente. Dall’inizio di quest’anno, le vendite ufficiali di diamanti si attestano solo a 2 milioni di dollari che, per il governo, portano un beneficio in tasse di circa 27.000 dollari.

Proprio in questi giorni, i membri che hanno firmato gli accordi di Kimberley si incontreranno ad Anversa per discutere del futuro della produzione di diamanti. Una buona occasione per la Repubblica Centrafricana per sostenere la sua posizione di vendere più gemme sul mercato internazionale, anche per garantirsi maggiori entrate fiscali.

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