L’alluminio ha le convulsioni e i prezzi salgono. Ecco perché…

Per capire cosa stia succedendo ai prezzi dell’alluminio ci vogliono degli esperti. Così scopriamo che sono i trader della finanza e gli arbitraggi a muovere il mercato.

Sul mercato dell’alluminio tira un nuovo vento. Dopo mesi con i prezzi che oscillavano intorno ai 1.400 dollari a tonnellata, nelle ultime due settimane
le quotazioni si sono portate sopra i 1.500 dollari.

Cosa sta succedendo? I problemi di sovrapproduzione che affliggevano il settore sono svaniti?

Arbitraggi e speculazioni a go-go

Innanzitutto, quello che appare evidente è che il mercato è in convulsione. Il prezzo spot è aumentato per la domanda di metallo fisico da parte degli operatori che sfruttano l’arbitraggio sui prezzi tra LME (London Metal Exchange) e SHFE (Shanghai Futures Exchange).

Inoltre, i trader della finanza comprano spot e vendono a lungo termine per fare profitti grazie alla differenza tra i due prezzi. Nel frattempo, lasciano il metallo nei magazzini per il periodo intermedio.

In pratica, con un prezzo spot a circa 1.500 dollari e un prezzo a 18 mesi (dicembre 2021) a 1.655 dollari, esiste una forbice di oltre 150 dollari, equivalente ad un margine del 10%. Con questa cifra è possibile finanziare a tassi di interesse bassi, mettere a magazzino, coprire con assicurazione e comunque trarre un profitto. L’ultima volta che si era presentata una situazione del genere è stato dopo la crisi finanziaria del 2008-2009.

Potrebbe sembrare qualcosa di positivo visto che i prezzi dell’alluminio aumentano. In realtà, gli arbitraggi e le speculazioni dei trader sono decollati perché il mondo è inondato di alluminio. Gli smelter hanno continuato a sfornare metallo durante i mesi di lockdown, mentre le aziende consumatrici di metallo stanno uscendo solo adesso dal letargo.

Potrebbe succedere di tutto

In queste condizioni, potrebbe succedere di tutto…

Da un ulteriore aumento dei prezzi dell’alluminio a danni collaterali per i premi per la consegna fisica, senza escludere una mancanza di disponibilità per i consumatori.

In ogni caso, la situazione è preoccupante. Anche il Financial Times, teme che una combinazione di arbitraggi e domanda speculativa di natura puramente finanziaria possa causare una carenza di metallo fisico, di cui sarebbero i consumatori a pagarne le spese.

In una situazione tanto confusa e senza precedenti è impossibile fare previsioni sensate ma, se i premi per le consegne fisiche aumenteranno sapremo che i timori di carenza erano più che giustificati.

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