Un 2018 da dimenticare per l’argento

Esaminiamo cosa è successo alla domanda, all’offerta e ai prezzi dell’argento nel corso dell’anno che sta terminando.

Il prezzo dell’argento è diminuito di quasi il 14% da gennaio di quest’anno, con un minimo di 14 dollari per oncia toccato verso la fine di settembre.

Ma proviamo ad esaminare, trimestre dopo trimestre, cosa è successo negli ultimi 12 mesi.

Primo trimestre: crescono le preoccupazioni geopolitiche

Nel corso del primo trimestre 2018, il metallo bianco, tra alti e bassi, ha messo a segno un aumento dello 0,21%. L’indebolimento del dollaro USA e dell’inflazione americana hanno sostenuto i metalli preziosi, ma ciò non ha impedito all’argento di scendere fino a 16,14 dollari (20 marzo).

A scuotere i mercati ci hanno pensato le numerose incertezze geopolitiche, tra le quali i pesanti dazi sull’acciaio e sull’alluminio introdotti dall’amministrazione di Donald Trump, così come i timori di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Tutte queste incertezze hanno portato volatilità sul mercato e la volatilità porta spesso gli investitori verso paradisi sicuri, come i metalli preziosi.

Durante questo trimestre, l’argento è stato scambiato tra 16,14 dollari e 17,54 dollari.

Secondo trimestre: gli investitori voltano le spalle all’argento

In questo periodo, i prezzi sono scesi di quasi il 2%. Un dollaro forte, la domanda stagnante degli investitori e l’incapacità dell’argento di attirare la domanda di beni rifugio, hanno soffocato il metallo bianco.

Alla fine del secondo trimestre gli investitori hanno perso interesse nel metallo prezioso, nonostante le incertezze del mercato. Soprattutto i grandi investitori e quelli istituzionali si sono tirati fuori dal settore minerario e dei metalli, anche perché la Federal Reserve americana (FED) ha aumentato i tassi di interesse per la seconda volta nel corso dell’anno.

L’unica nota positiva è stata la domanda industriale di argento, guidata dalla crescita del fotovoltaico derivante dall’aumento dell’uso di pannelli solari. L’uso dell’argento nei pannelli solari fotovoltaici è cresciuto rapidamente.

Il metallo bianco, in questo periodo, si è mosso tra 16,14 dollari e 17,54 dollari.

Terzo trimestre: un dollaro invincibile

Il prezzo dell’argento è calato di quasi il 9% nel terzo trimestre, scendendo al di sotto dei 16 dollari verso la metà di luglio, per rimanerci per tutto il resto del periodo. Ma, a metà settembre, il metallo bianco ha toccato anche il minimo da due anni e mezzo, a 14 dollari.

Comunque, il motivo dominate è rimasto il dollaro, con la sua forza quasi inarrestabile, che ha penalizzato i metalli preziosi. Inoltre, c’è stato un altro aumento dei tassi della FED (26 settembre).

L’impostazione geopolitica del terzo trimestre ha creato un mercato in cui gli investitori hanno cominciato a liberarsi dall’argento che detenevano, rivolgendosi invece al biglietto verde americano come rifugio sicuro contro tutte le preoccupazioni.

L’argento, durante questi tre mesi, ha oscillato tra 14 e 16,08 dollari.

grafico argento 2018

Quarto trimestre: si salvi chi può!

Nonostante i saliscendi, il prezzo dell’argento non è riuscito a liberarsi dal guinzaglio dei 14 dollari, registrando una perdita di quasi il 3%.

I fattori negativi dei trimestri precedenti, hanno mantenuto la presa sull’argento anche negli ultimi mesi del 2018. Molte persone hanno rinunciato definitivamente al mercato dell’argento e le vendite al dettaglio sono aumentate significativamente.

Il metallo bianco, in questi ultimi mesi, è stato scambiato tra 14 e 14,72 dollari per oncia.

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